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1476 – Our Season Draws Near

2017 - Prophecy Productions
black metal / post punk / neo folk

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Tracklist

1. Our Silver Age
2. Ettins
3. Winter Of Winds
4. Solitude (Exterior)
5. Odessa
6. Sorgen
7. Solitude (Interior)
8. By Torchlight
9. Winter Of Wolves
10. Our Ice Age


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In un mondo migliore il saggio direbbe: le strade del black metal sono infinite. Se dovessi definire semplicemente black i 1476 finirei per minimizzare l’estrema varietà di generi toccati, in maniera estremamente sapiente aggiungerei, dal duo composto da Robb Kavjian e Neil DeRosa.

Lo spettro musicale che i due del New England si sono trovati ad affrontare nel corso della loro carriera è davvero ampio e li ha portati a toccare vette emotive e compositive considerevoli, tra il post punk infestato di neo-folk dell’esordio fino all’incredibile e toccante rivelazione folk intimista e tribale di “Smoke In The Sky”. Oggi la band torna con il nuovo “Our Season Draws Near” e abbatte ulteriormente i confini, anche tra i propri lavori, concentrando in un’unica soluzione il proprio pensiero ponendoci dinnanzi ad un lavoro al tempo stesso omo ed eterogeneo (merito anche del sapiente mix ad opera di Markus Siegenhort dei Lantlôs), insomma, spiazzandoci.

A ribollire sotto pelle è una commistione di sonorità estreme e delicate che portano alla follia i cuori deboli. Se del trait d’union con il succitato folk troviamo soffuse tracce nella neve fresca come “Our Silver Age”, la splendida intimità spaziale di “Sorgen” e l’immensità americana di “Our Ice Age”, strappando a forza lacrime dagli occhi, si rimane invece schiaffeggiati impietosamente dalla magnificenza elettrica ed epica di mostri black come “Ettins” e “Winter Of Winds” oltre che dal post-punk assassino rigurgitato dalle agghiaccianti grida della disperata “Solitude (Interior)”. La voce di Kavjian costituisce il punto forte della band, oltre al certosino lavoro su melodia ed arrangiamenti. Il comune terreno di provenienza punk del duo si traduce nelle spire aperte e luminose della feroce “By Torchlight” mentre di post-black laccato pop si ammanta la spettacolare “Winter Of Wolves” dando un tocco ulteriormente sfavillante ad un album che anziché confondere convince.

Com’è giusto che sia nel 2017 i 1476 ci dimostrano che restare fermi in un solo punto non dà nessuna soddisfazione né ai musicisti né ai fruitori, dando lezione di un’apertura mentale più unica che rara, mostrandoci che in fondo ad un abisso emotivo si può anche volare. “Our Season Draws Near” non è un disco per tutti anche se dovrebbe esserlo.

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