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Pandemonium – Nihilist

2017 - Old Temple
doom / death / black

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Tracklist

  1. Nations of Slaves
  2. Unholy Essence
  3. The Gate of Bones
  4. Temple of Ghouls
  5. Altar of Life
  6. Quantum Funeral
  7. In Lord We Trust
  8. Przyjd? królestwo twoje
  9. The Darkest Valley

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Poche chiacchiere qui si picchia duro: benvenuti nell’oscuro mondo dei Pandemonium! Voi delle black masses che ancora non li conoscete, fate un salto su Youtube, o dove volete, per andare ad ascoltarli e farvi un’idea di chi sia questo quintetto polacco.

La formazione, nata nel 1989, attualmente è costituita da Paul, chitarra e voce, Mark, chitarra e voce, Major, chitarra, Michael, basso, Desecrate alla batteria. Se vi accingete ad ascoltarli, preparatevi ad una sonora lezione di quello che loro stessi definiscono Satanic Dark Metal.

Dopo i precedenti lavori – quattro album, diversi EP, demo e compilation – eccoli giunti a “Nihilist” quinta fatica ufficiale. I precedenti album – “The Ancient Catatonia”, “The Zonei”, “Hellspawn” e per concludere “Misanthropy” – sono stati un crescendo di maturità stilistica e ricerca di personalizzazione del loro sound. In questo quinto lavoro salgono un gradino ancora più su, dando vita ad un disco di ottima qualità che incrocia stili e sound di pietre miliari come Venom, Bathory, Hellhammer e Samael. In Nations of Salves il canto spettrale di una donna ci apre la porta di un mondo oscuro che poi si delinea e prende forma in un crescendo doom fino ad esplodere in un death metal nero e brutale.

L’imponente voce di Paul colpisce come un macigno in pieno viso: un growl assatanato simile a quello del compaesano Adam “Nergal” Darski dei Behemoth. Unholy Essence evidenzia le doti tecniche di Desecrate che martella sulla sua batteria scandendo un ritmo feroce ed incalzante di una cavalcata death metal; non da meno l’assolo di Major con cui il brano va a spegnersi. Sublime anche il modo in cui il growl di Paul si fonde con lo scream di Mark, quasi come canto e controcanto. Così come nella parte centrale di The Gates of Bones: inizio doom, batteria a ritmo di marcia e riff di chitarra che taglia come una lama affilata, per poi mutare nuovamente in puro death metal.

Altre lame di chitarra e un urlo cavernoso aprono il nostro ingresso nel Temple of Ghouls: brano duro, roccioso spezzato in due da ottimi assoli di chitarra di Major ed evocativo nella parola “sacrifice” scandita più volte da voci growl e scream. Invocazioni distorte ci elevano all’Altar of Life e a Quantum Funeral: doom sempre efficace e magistralmente eseguito con crescendo di variazioni ritmiche dal death fino ad arrivare alle tinte più oscure del black metal, accompagnate dallo scream straziante di Mark. In Lord We Trust è una soffocante prova del quintetto polacco, che demolisce ogni cosa e pianta un muro sonoro potentissimo che non lascia spazio a critiche. Przyjd? Królestwo Twoje, grazie a traduttori vari, dovrebbe voler dire “venga il tuo regno”, non cambia il copione della traccia precedente, anche se qui si aggiunge un bellissimo assolo che esalta, ancora una volta, le doti tecniche di Major: preciso, limpido e indomabile.

E così, i Pandemonium prendono congedo, ma non prima di averci scaricato contro The Darkest Valley: uno scream infernale dà l’inizio della fine del regno oscuro di questo intenso lavoro: l’ultima e devastante cavalcata di perfetto connubio tra doom e death.

Né face painting, né artifici di alcun genere, solo ottimo, intenso e oscuro metal definito dagli stessi autori Satanic Dark Metal. Le doti di questi ragazzi erano ben note ai loro fan e con questo ultimo lavoro non fanno che confermarle. “Nihilist” rappresenta un nuovo balzo di una belva feroce che dove passa non lascia nulla, così come la deturpante musica dei Pandemonium.

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