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Real Estate – In Mind

2017 - Domino
pop / indie

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Tracklist

  1. Darling
  2. Serve the Song
  3. Stained Glass
  4. After the Moon
  5. Two Arrows
  6. White Light
  7. Holding Pattern
  8. Time
  9. Diamond Eyes
  10. Same Sun
  11. Saturday

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Quarta produzione per i Real Estate che si pone sul solco già tracciato dagli album precedenti. La band del New Jersey anche in questo nuovo lavoro dal titolo In Mind utilizza melodiche linee di chitarra per definire la propria sonorità. Un costante lavoro di ricamo, che come in un punto e croce intreccia riff di chitarra, cantato e  synth, realizzando un dream rock gradevole da ascoltare.

Una vera affermazione di identità sonora, e nemmeno così scontata, considerando che proprio il chitarrista è cambiato rispetto alla precedente formazione: Julian Lynch, infatti, ha preso il posto del precedente Matthew Mondanile, inserendosi perfettamente nell’alchimia della band senza alcuna rottura apparente con il passato.
L’andamento dell’album è molto rilassante, ci si lascia cullare volentieri da brani come “Serve the song” e “Stained Glass, che rientrano perfettamente nel marchio di fabbrica dei nostri. C’è spazio anche per una digressione più psichedelica in “Two Arrow”, probabilmente il brano migliore dell’album. La canzone parte lenta per poi lasciare spazio ad un loop di chitarre, progressivamente sempre più distorto, che ipnotizza l’ascoltatore trascinandolo in un mondo onirico a tratti inquieto, fino al netto taglio finale spiazzante ed inatteso che bruscamente riporta alla realtà. Subito dopo si torna alle atmosfere calme, e quella breve inquietudine viene nuovamente sedata dal susseguirsi di brani come “White Light”, “Holding Pattern” e “Time”, dove il cliché si ripete costante.

Questo forse è il vero limite. Non ci sono particolari sussulti, cambi o variazioni che possano fare la differenza. Un compitino ben svolto, che però sa tanto di già sentito, come se il voler a tutti i costi essere fedeli a se stessi abbia intrappolato la creatività della band. Eppure, sarebbe possibile introdurre delle variabili – come sono gli stessi Real Estate a dimostrare con il bel piano nell’intro di “Saturday” – per dare uno spessore differente ad alcuni brani, contrastando la monotonia che alla lunga prende il sopravvento.

Un album estivo che potrà rappresentare una gradevole colonna sonora di caldi e assolati pomeriggi, ma che di sicuro non lascerà un segno indelebile nella storia della band.

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