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Interviste

Intervista a LARA MOLINO

Lara Molino

Pubblicato lo scorso giugno su fonoBisanzio / IRD “Forte E Gendile è il primo lavoro in dialetto abruzzese della cantautrice Lara Molino. Un disco essenzialmente folk, scritto quasi per intero con il padre Michele Molino. 
L’abbiamo incontrata e intervistata.

Lara Molino è una giovane cantautrice italiana, indipendente non in quanto indie, ma in quanto capace di realizzare un’idea senza compromessi, mantenendo la purezza delle intenzioni e la spavalderia dell’arte vera. L’idea che mi sono fatto di te è questa, ma vorrei che tu ti presentassi con tre aggettivi che secondo te più ti descrivono, sia come musicista che come donna.
Creativa, passionale, determinata.

Il tuo nuovo interessantissimo lavoro, “Forte e gendile”, è un album cantanto interamente in abruzzese. Cosa ti ha spinto a realizzare un disco con testi scritti nel tuo dialetto?
Sicuramente l’amore per la mia terra e la sua lingua, che mi è stato trasmesso da mio padre, anche in campo artistico, dal momento che lui ama la poesia e compone da tanti anni versi in vernacolo abruzzese. Ricordo che da bambina li ripetevo a memoria affascinata da quelle parole che non comprendevo totalmente. Il risultato è che quasi tutte le canzoni del mio album sono poesie di mio padre riadattate da me e diventate canzoni. Determinante per questa scelta è stato poi il mio incontro con il Maestro Michele Gazich, produttore artistico del mio disco, che sentendomi cantare una canzone in dialetto, mi ha invitato a dedicarmi con più convinzione a questo tipo di repertorio e ad usare la lingua abruzzese in musica. Ho seguito il suo consiglio e ho fatto bene!

Mi voglio mettere nei panni del discografico in paranoia e ti chiedo: Che tipo di risposta prevedevi quando hai fatto questa scelta controcorrente. Hai riflettuto sulla fruibilità del prodotto a livello nazionale?
Ho riflettuto su questo, certamente. E prima ancora di questo mi sono chiesta più volte perché fare un disco oggi, in un momento storico in cui i dischi si vendono pochissimo. Però poi ho realizzato di star vivendo un momento magico della mia vita, che probabilmente non tornerà. Un momento in cui sento fortemente l’appartenenza alla mia Terra e l’importanza dell’identità che ci dà modo di confrontarci meglio con il resto del mondo. E poi c’era la voglia di fare musica, di registrarla, di poter collaborare con un grande musicista come Gazich. Non ho più pensato a quanti dischi avrei venduto, mi sono detta che dovevo provarci.

Che cosa della tua terra hai sentito di voler portare e comunicare in questo lavoro, sia a livello musicale che spirituale.
Le storie che ho cantato e inciso in questo album sono storie vere di pescatori, contadini, briganti. Nel disco ci sono canzoni come Mazzemarèlle, un folletto frutto della fantasia popolare e Lu fòche de San Tumasse, che parla di una tradizione che si ripete ogni anno dal 1745. Descrivo personaggi e usanze, porto la cultura popolare della mia Terra, con grande voglia di verità e intenzioni di ricerca storica. Ho voluto sottolineare la fatica, la povertà, ma anche la forza della mia gente, che nonostante le difficoltà andrà sempre avanti a testa alta. C’è però anche la tenerezza e il romanticismo, l’amore per il mare, per le tradizioni e i ricordi della fanciullezza, come nella canzone Scénne d’óre. Con gli arrangiamenti volutamente sobri, quasi scarni, abbiamo voluto sottolineare anche con la musica la semplicità di quei tempi, in cui si era felici con poco.

Lara Molino

Quanto la musica può essere utile a valorizzare un patrimonio culturale in via di estinzione, come sono di fatto i dialetti considerabili minori, quelli meno parlati e conosciuti. I meno pop insomma.
Tantissimo! Le canzoni, probabilmente più dei libri, aiutano a capire la lingua e la cultura di un popolo. La canzone è diretta, usa un linguaggio semplice, in pochi minuti racconta tutto e riesce a coinvolgere l’ascoltatore. In musica le parole sono suoni, dunque riescono a fissarsi bene nella memoria, si possono riprodurre con facilità e pronunciare certe parole e cantare certi brani risulta dunque più fattibile. Sono convinta che Il lavoro fatto in questo disco, col passare degli anni, diventerà davvero prezioso.

Hai citato Michele Gazich, del cui nuovo disco ci siamo occupati recentemente. Come ha influito la sua produzione su questo lavoro?
Sicuramente i suoi arrangiamenti, con il suo violino e la sua viola, hanno reso le mie canzoni più “internazionali” e gli hanno dato un più ampio respiro, che poi era quello che desideravo sin dall’inizio. É con questa intenzione, ad esempio, che ho realizzato il booklet del disco, che raccoglie i dieci testi delle canzoni in dialetto, con le traduzioni in italiano e inglese. Un disco del genere può essere ascoltato ovunque, ci credo fermamente. Mi auguro di suonare presto anche all’estero!

Qual’è il tuo rapporto con il cantautorato femminile italiano? Esistono per te delle figure di riferimento?
Attualmente non posso dire di avere delle figure di riferimento. Apprezzo e amo diversi artisti e artiste, italiani e stranieri, di diversi generi musicali. Ho sempre stimato Carmen Consoli, le interpretazioni della Mannoia, ma anche le canzoni di Teresa De Sio e la ricerca e la passione di Giovanna Marini. Tuttavia Fabrizio De Andrè è sicuramente uno dei cantautori che amo di più.

Chi era Lara Molino prima di Forte e Gendile e chi sarà dopo questa nuova fase della tua carriera musicale?
Lara Molino è un po’ cambiata rispetto a prima, perché ha più consapevolezza di sé, di ciò che vuol fare e di ciò che non vuole fare. Prima il mio mondo musicale era il pop-rock, ma era per me limitante. Ho avuto dei produttori che per anni erano interessati solo a questo tipo di musica, mentre io, quasi di nascosto, studiavo canto Jazz, suonavo Blues e imparavo la tecnica finger picking con la mia chitarra. D’altronde da adolescente ascoltavo molto Pino Daniele, i Beatles, Sting, Bob Dylan, vari cantautori italiani e anche un po’ di musica classica. Ho sempre avuto necessità di stili molto diversi che appagassero la mia curiosità. Oggi mi sento più vicina al Folk e alla musica d’autore. Dopo questo disco e dopo questi concerti che mi stanno facendo incontrare un pubblico diverso e probabilmente più attento, credo che manterrò la mia solarità e la curiosità che mi contraddistingue e che sarò fiera di ciò che avrò fatto fino a quel momento. Continuerò a comporre canzoni e a cantare finché ne avrò la forza. Sogno di portare avanti le mie attività di cantautrice e quelle di musicoterapeuta e insegnante di musica. Le difficoltà proverò a superarle, da buona abruzzese. Da donna forte e gendile. 

 

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