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Godspeed You! Black Emperor – Luciferian Towers

2017 - Constellation Records
post rock

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Tracklist

1. Undoing A Luciferian Towers
2. Bosses Hang, Pt. I
3. Bosses Hang, Pt. II
4. Bosses Hang, Pt. III
5. Fam/Famine
6. Anthem For No State, Pt. I
7. Anthem For No State, Pt. II
8. Anthem For No State, Pt. III


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Lo ammetto, l’uscita del singolo Undoing A Luciferian Tower mi aveva turbato. Dentro di me ero convinto che quei sette minuti, un walzer a metà strada tra il rock e la drone music, avessero un ruolo ben preciso all’interno del nuovo “Luciferian Towers, ma così da soli non reggevano e parevano un po’ buttati lì. Ora che ho finalmente la visione d’insieme tutto torna.

Il nuovo lavoro del collettivo canadese, è probabilmente il capitolo più coeso di tutte le uscite da “Allelujah! Don’t Bend! Ascend! in avanti. Che la band sia profondamente mutata rispetto a quella a cui eravamo abituati fino ai primi 2000 (quella pre-pausa per intenderci), è sotto gli occhi di tutti, già solo per il fatto che nessuno dei tre ultimi lavori arriva all’ora di durata.

I due estremi che avevano da sempre caratterizzato il loro suono, ovvero l’uso di field recordings e strutture sinfoniche, sono spariti lasciando spazio ad una fusione tra rock e musica drone che è più simile ad un flusso di coscienza che a una struttura narrativa. Il che non ha di per sé nulla di negativo, anzi la band ha imparato a rendere le sue lunghissime composizioni un unico fiume sonoro in cui tutto converge nella esplosione finale.

Le atmosfere sono meno cupe che in passato, sempre tristi ovvio, ma con una sensazione di speranza di fondo quasi a suggerire che una possibilità di luce in un mondo così marcio e corrotto è sempre bene averla. Le tre parti di Bosses Hang che si susseguono nei dieci minuti di durata ne sono l’esempio. Fam/Famine, riprende il tema e la funzione della iniziale Undoing a Luciferian Tower aprendo alla conclusiva Anthem For No State, forse il miglior brano dei GY!BE da un po’ di tempo a questa parte. L’inizio è pacato e ricorda molto certe atmosfere di “F# A# ∞”, per poi collassare in un inferno di chitarre in feedback e archi, fino alla cavalcata conclusiva in cui una chitarra morriconiana ci accompagna verso il toccante finale in un crescendo di fuzz, viola e fiati.

Pur non raggiungendo minimamente la complessità strutturale e rivoluzionaria dei primi lavori dei canadesi, “Luciferian Towers” ci consegna un gruppo musicalmente meno manieristico e più coeso rispetto al recente passato.

La musica dei GY!BE che ha di fatto sempre narrato e descritto la loro personale visione della situazione del mondo contemporaneo, come tale è soggetta a mutamenti ed evoluzioni, nel bene e nel male.

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