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Lee Ranaldo – Electric Trim

2017 - Mute Records
rock / alternative / folk

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Tracklist

1. Moroccan Mountains
2. Uncle Skeleton
3. Let’s Start Again
4. Last Looks (feat. Sharon Van Etten)
5. Circular (Right As Rain)
6. Electric Trim
7. Purloined
8. Thrown Over the Wall
9. New Thing


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Una delle poche certezze della dimensione oltre-Sonic Youth è la carriera solista di Lee Ranaldo. Mentre i compagni di una vita si sono spesso incagliati nel riproporre gira e rigira quanto già fatto nella band, il songwriting di Ranaldo è invece sempre riuscito ad incarnare più anime, risultando il più tipico ed il più personale. Anzi, negli anni appena successivi alla separazione, nel 2011, con Thurston Moore e Kim Gordon impegnati in una sorta di stucchevole lotta musicale per dimostrare chi avesse dato (e preso) di più alla causa della gioventù sonica, sono stati proprio i lavori del chitarrista di Glenn Cove la più piacevole e rassicurante cura post-traumatica.

Electric Trim” è il dodicesimo album solista per Lee Ranaldo, il terzo dal 2011 e segna un significativo punto di svolta rispetto a “Between the Times and the Tides” (2012) e “Last Night on Earth” (2013), lavori compatti figli di una idea musicale solida che forgiava power pop d’autore a partire da una miscela di alternative rock e cantautorato da cui era bandita ogni traccia di fastidiosa autoreferenzialità.

Nel nuovo capitolo – in cui formalmente manca la firma dei The Dust, ma che vede accreditati come ospiti i soliti Steve Shelley e Alan Licht oltre che Nels Cline – l’ex Sonic Youth forza la mano sugli elementi più cantautorali ed inserisce tratti folk e psichedelici in un disco fondamentalmente on the road. Registrato tra New York e Barcellona Electric Trim” è un continuo zigzagare tra sonorità, generi e atmosfere diverse, nell’apparente ricerca di una dimora che possa ospitare un animo così complesso e ricco delle esperienze artistiche più svariate e significative.

È una missione difficile, sulla carta quasi impossibile: e infatti il disco risente spesso della mancanza di quella coesione e linearità (negli ovvi limiti dell’approccio sempre e comunque sperimentale di Ranaldo) che caratterizzava le uscite precedenti. Così come le impronte degli pneumatici nella foto di copertina non sembrano seguire una direzione precisa, i 9 brani di “Electric Trim” seguono traiettorie sempre diverse, sia tra di loro che al loro interno, e finiscono alle volte per sbandare ed incartarsi.

Ci sono in verità pezzi molto belli, come Circular (Right As Rain), che nel suo rivisitare la tradizione kraut in chiave alt-pop è a conti fatti il brano più riuscito e rotondo dell’ensemble; o ancora la title-track, infuocato punto di coesione tra il pop sixties e gli stessi Sonic Youth, l’iniziale Moroccan Mountains, gustosa psichedelia dal carattere tanto animista e sciamanico quanto rumoroso e sperimentale, o infine la bella chiusura iconica di New Thing.

Di contrasto però, rimangono anche diversi momenti a fuoco lento o perfino totalmente fuori fuoco: i beat elettronici di Let’s Start Again, ad interrompere un fino a quel momento innocuo plauso ai R.E.M., il duetto mal sfruttato con Sharon Van Etten (quasi una corista) nel folk soffice e onirico di Last Looks, da dimenticare totalmente se non fosse per la straniante e coinvolgente cavalcata finale, la retorica alternative di Purloined e gli afflati new-wave fuori contesto di Uncle Skeleton.

Non un passo a vuoto completo, ma nemmeno un lavoro indimenticabile questo “Electric Trim”, che ha perlomeno il merito di mostrare ancora una volta la sensibilità artistica, totale e irrinunciabile, di Lee Ranaldo.

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