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Behind The Shadow Drops – H a r m o n i c

2017 - Temporary Residence Ltd.
post rock / trip hop

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Tracklist

1. The End Of Daydreams
2. Trace Of Snow Waltz
3. Utopia
4. Positive Shadow, Negative Light
5. Sonata
6. H a r m o n i c
7. Ether
8. Warm Light
9. Utopia (Reprise)


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L’ombra è il nostro doppio naturale. In sua assenza l’anima perde di significato, l’uomo si dimentica il suo nome, perde di consistenza. Ombre che si stagliano sui muri ingigantite ci fanno annegare nel terrore, rimpicciolite in estrema luce ci fanno diventare piccoli così. Takaarira Goto, detto Taka e conosciuto dai più per essere il chitarrista degli immensi Mono conosce l’importanza dell’ombra e la traduce in suono, come un regista espressionista degli anni ’20 armato di strumenti liquidi e cineprese spettrali.

Behind The Shadow Drops è quindi il nome perfetto per il nuovo progetto in solitaria del massimo esponente del post rock nipponico e si muove su sentieri ben distinti da quelli solcati dalla band madre, pur mantenendone tocco e delizia nel dipingere atmosfere ultraterrene. “H a r m o n i c” è un album che allunga le sue spire tra palazzi diroccati e stanze buie, come un’entità pronta a lambire lo spirito di chiunque vi metta piede.

Ad assistere e dar man forte a Taka troviamo nientemeno che l’uomo dietro al suono dei Tortoise ossia John McEntire che presta qui servizio producendo il tutto e offrendo la sua maestria nell’ambito delle percussioni alzando non di poco il livello. Oltre al batterista della band di Chicago fa capolino anche Alison Chesley, aka Helen Money, responsabile delle splendide parti di archi che serpeggiano per l’intero lavoro.

La prepotente intensità che caratterizza questo album di debutto è giocoforza di ognuno dei nove brani che lo formano e la sinergia che si crea nel trio è diamante grezzo e trascende i generi mischiandoli al punto di creare qualcosa di raffinato e ben poco scontato: sepolture in chiave classica riempiono gli spazi girando attorno ad un pianoforte di marmo nero (Sonata, Warm Light), dissonanze a sei corde si aggrovigliano ad archi processati in onde quadre e distorti all’eccesso imbastendo costruzioni melodiche sostenute da flebili minimalismi techno (la title-track è un piccolo capolavoro di post-rock originario), traslucidi crescendo di chiara derivazione Mono in chiave luminosa (Positive Shadow, Negative Light).

Laddove le percussioni prendono il timone l’effetto è ancor più corroborante ed indossa ora la maschera di un trip-hop intinto di calda malinconia (Ether, The End Of Daydreams), ora un lungo manto industrial ricoperto di ruggine, metallo, violenza e distruzione (Utopia e la conclusiva reprise). Taka è maestro nel dosare ogni singolo orpello ed effetto legato al suo strumento ed intesse, anche in assenza di ossigeno, drappeggi melodici di fattura cosmica dando al tutto una patina carezzevole tendente all’infinito fino a stanare anche il più nascosto dei sentimenti.

H a r m o n i c” è un lavoro che non lascia adito a dubbi circa lo stato di grazia del chitarrista giapponese, cosa già piuttosto evidente anche nell’ultimo album a firma Mono. Un flusso di coscienza che va dipingendosi ad ogni nota e ad ogni arpeggio fino alla schiusura di una crisalide di lacrime.

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