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Germanò – Per Cercare Il Ritmo

2017 - Bomba Dischi
songwriting / pop / jazz

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Tracklist

  1. Per cercare il ritmo
  2. L'automobile che corre
  3. Grace
  4. Dicembre
  5. San Cosimato
  6. Mezzanotte meno 10
  7. Via per sempre
  8. Carabiniere
  9. Dario

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Lo sfondamento di quel soffitto di vetro è quello che tutti noi abbiamo sempre auspicato, però adesso che è successo fa comunque impressione per proporzioni e tempistiche.” Con queste parole qualche giorno fa Colapesce confessava a Marco Villa il suo punto di vista sulla direzione in cui sta andando buona parte dell’indie italiano. Considerando che il soffitto di vetro corrisponde a quella barriera sempre esistita in Italia tra musica indipendente e mainstream non possiamo che trovarci d’accordo con lui. Ma perché esserne impressionati? In primis per come questo fenomeno si sta configurando, soprattutto all’interno della nascente scena romana. Con Calcutta, Bomba Dischi si è fatta portatrice di un verbo capace di parlare a più categorie di persone in maniera trasversale, unendo nello spazio di una manciata di tracce l’ascoltatore delle radio mainstream al convinto frequentatore dei locali del Pigneto. Un successo clamoroso che nemmeno gli addetti ai lavori si aspettavano.

Da lì, e parliamo di appena due anni fa, sono nati o hanno mutato aspetto una miriade di artisti che hanno deciso di abbracciare questa corsa forsennata verso la radiofonia a tutti i costi, pagando a volte lo scotto di snaturarsi e di restituire un contenitore esteticamente sfolgorante ma tristemente vuoto. Chi ha orecchie per intendere intenda.

Senza voler gettare tutto il peso di questo cappello introduttivo su Alex Germanò è innegabile vedere il ragazzo di Trastevere adottato da Bomba Dischi come l’ultimo prodotto di questo recente trend. Abbandonato l’indie-surf dei Jacqueries e il jangle pop del progetto Alpinismo, Germanò decide di andare all-in travestendosi da bravo ragazzo dando vita a “Per Cercare Il Ritmo“, un album interamente in italiano che poggia saldamente su chitarra, piano e voce.

Detta così, sembrerebbe una facile scorciatoia per entrare di soppiatto, ma passando dalla porta principale, nel mondo del nuovo cantautorato-indie italiano. Ma qui per fortuna due cose fondamentali per essere credibile e troppo spesso dimenticate ci sono tutte: sound e testi. La ricerca del ritmo di Alex Germanò è quanto mai empirica e basata sulle proprie esperienze personali: tra languida titletrack che ricorda i (pochi) momenti migliori dei Tiromancino e la dolcissima e Dario (che, con le dovute precauzioni, rimanda al miglior Giovanni Truppi) in mezzo si aprono piccoli idilli fatti di ricordi (L’automobile che corre), di amori (Dicembre, San Cosimato), di errori (Carabiniere) con la splendida Grace a fungere già da classico, affettuosamente in bilico tra Franco Califano e Alberto Fortis.
Nove tracce che, sebbene non legate da un reale filo conduttore, godono nell’essere ascoltate come un corpus evitando possibilmente salti da playlist.

Tra jazz, pop e motown, Germanò costruisce un impianto narrativo solido e sincero, fatto di coscienza e maturità volto ad esorcizzare paure e sensi di colpa. In maniera teneramente malinconica racconta di esperienze passate laceranti ma con un occhio consapevole al futuro scevro di velleità di successo, almeno per ora, come lui stesso ha affermato a Rockit: Io non sono un genio, sto provando a fare un po’ di musica e basta. È tutto molto piccolo nel mio caso, quello che viene viene. Proprio in questo risiede il successo di Per cercare il ritmo, un album che non paga l’ansia da prestazione tipica dei nostri giorni e che ha tutti i numeri per sfondare il succitato muro di vetro in maniera più soft e ragionata. Ne sentivamo davvero il bisogno.

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