Morrissey è tornato, e lo ha fatto liberandosi degli orpelli e dei merletti.
Anticipato dall’esplosivo singolo “Spent The Day In Bed” il 17 novembre del 2017 è uscito “Low In High School”, l’undicesimo album da solista dell’ex Smiths, supervisionato da Joe Chiccarelli e prodotto da BMG.
Sarà che invecchiando ci si arrende alla consapevolezza di non essere eterni (anche se lui forse potrebbe pensarlo), o sarà invece che aveva un sacco di cose da farci sapere su come ha passato questi ultimi anni, ma questo album ha un sapore cristallino e dirompente, come una verità.
Una incessante e coerente critica ai paradossi e alle ineguaglianze sociali che Morrissey ci serve con il suo servizio migliore: non posate d’argento bensì arrangiamenti maturi e mai banali fanno da leitmotif in questo che sembra essere un lavoro perfetto. Seguendo il suo testo “stop watching the news. Because the news contrives to frighten you. To make you feel small and alone. To make you feel that your mind isn’t your own” tutto il discorso sembra inevitabile e naturale, come anche in Who Will Protect Us From The Police o Home Is A Question Mark, in cui l’artista britannico sembra puro ed irriverente come non mai.
“Low In High School” è un album che solo dal titolo ci fa riassaporare le proteste tra le vie di Birmingham e che in ogni modo è un lavoro che non mette il suo abito migliore per sembrare il più bello. Ne è semplicemente consapevole.