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Kerouac – Ortiche

2018 - Granita Records
elettronica / songwriting

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Tracklist

1. Rifugio
2. Divise
3. Graffiti
4. Angie
5. Antartide
6. Alberi
7. Maredentro
8. Metropoli
9. Capolinea


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Fare musica in Italia non è semplice, tantomeno non lo è fare musica nuova, fresca, che non sia solo diversa da ciò che offre il mercato discografico, ma che veicoli una cifra stilistica propria, che celebri il desiderio di sperimentare per fare musica e non di riesumare idee abusate per riempire una tracklist: Kerouac, con il suo album di debutto “Ortiche”, ci ha provato.

Dietro al nome altisonante c’è Giovanni Zampieri, ventunenne veneto, studente di sociologia, che con l’aiuto di Andrea Gallo (bassista dei padovani Four Green Bottles) alla sua prima produzione, incide un disco frutto di quattro anni di ricerca e scrittura solo chitarra e voce. Il prodotto finale è un concept album vagamente pretenzioso, molto politico, dal sound freddo e distaccato, saturo del lessico e del sound urbano-industriale sdoganato recentemente da Vasco Brondi e affini.

Al primo ascolto non ne esce bene insomma, ma ad un’analisi attenta ne emergono varie potenzialità, fra cui le melodie, tutt’altro che banali e con molte sfumature che non ci si aspetterebbero da album di debutto, quindi alcuni dettagli nell’arrangiamento fra cui i cori delicati di Alberi, i synth cupi in Angie (fiore all’occhiello di “Ortiche”), la chitarra in delay di Maredentro. Grande pecca per un disco degli umori così cupi è invece la pressochè totale assenza di bassi e la debolezza della ritmica, che non sempre rivela la sua funzionalità in brani come Metropoli e Antartide.

Nel complesso il lavoro di Kerouac merita dell’attenzione e una attenta analisi, non tanto per il prodotto in sé, quanto per le basi solide che ha gettato, trasudanti tematiche impegnate e attenzione ai dettagli, frutto di una mente moderna ed eclettica: insomma, tenetelo d’occhio.

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