Recensione del film “Io, Daniel Blake” (Ken Loach, 2016). A cura di Edoardo Maspero.
A riascoltare oggi “Enema Of The State” si ha la certezza di avere fatto parte di quell’ultima generazione salvabile, ancora capace di fare stronzate senza che venissero immortalate da uno smarthphone. Davvero tutto andava bene cosi.
È l’ottavo album di Leonard Cohen. Un album che in quel 1988 già anticipava i cambiamenti di un mondo in rotta di collisione con il suo destino.
“The River’’ fu l’ultimo tocco di disillusione prima del consumismo estetico degli anni ’80. Tratta il tema della terra, della “Land’’, dei suoi detriti umani che si tuffano lungo il fiume di un progresso che scorre tra le periferie dei sogni dei suoi abitanti.
Cosa rimane, a distanza di dieci anni, di quel tuffo nella follia di cui Heath Ledger ci fece regalo? Cosa rimane di quell’interpretazione cosi carnale e viscerale dell’ilarità goliardica scolpita tra le carte dell’assurdo, e perché fu tanto grande quella performance?