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Caparezza – Trieste 07/05/2008 (Teatro Miela)

Caparezza - Trieste, Teatro Miela #1 (Photo by Roberto Milloch)Molti potrebbero non essere d’accordo, altri sì. Ma il fenomeno Caparezza, volenti o nolenti, segnerà in qualche modo la discografia italiana nel senso più profondo del termine.
Ciò che scrive Michele Salvemini ha in qualche modo lo stesso valore sociale-politico di cantautori del nostro belpaese passando per Rino Gaetano, un po’ per De Andrè, un po’ per Guccini, Fossati, Tenco, Battiato o perfino Silvestri. La differenza la fa il linguaggio diretto, fuori dai denti, senza retoriche. O che lui stesso eviti di definirsi cantautore nel senso stretto del termine. Bestemmie?

Quelle di Caparezza non sono solo canzoni, sono delle vere e proprie tesi sociali e politiche che porta sul palco in uno spettacolo che assomiglia ad una mini-opera rock teatrale. E questo “Tour del Caos” è quello maggiormente riuscito in quel senso.

Lo spettacolo presentato al Teatro Miela di Trieste si altelena tra momenti di intimità ed ottimo spettacolo, sempre in grado di rendere al meglio l’emotività suscitata dai testi e dalle musiche. Tutto intramezzato da siparietti ironici e dissacranti, che richiamano lo stile da concept-album sperimentato in “Le Dimensioni del mio Caos”.

La scaletta presentata non è tra le più lunghe, ma lo spettacolo previsto copre ugualmente circa 1 ora e mezza della serata. L’opener in questo tour diventa “Vengo dalla Luna” che riesce a far esplodere immediatamente gli spettatori incastonati nella sala principale del Miela. Poi inizia immediatamente la presentazione del nuovo album con un pezzo non tra i migliori, ma che scenicamente rende molto. Cappelli a forma di cacca e palloncini marroni sono il contorno del piatto principale di “Cacca nello spazio” “con lo shuttle stiamo mandando cacca nello spazio, meglio così staremo più larghi”. Uno star trek di merda, direi.

Il finto mare-lenzuolo sbandierato da Diego Perrone e Gaetano “Penelope” Camporeale fanno da introduzione a “Ulisse (you listen)”, secondo pezzo del disco. Un pezzo clamoroso, molto vicino al crossover soprattutto per lo screaming di Perrone che urla assieme al pubblico “lei è identica a me!”.
The Auditels Family è annunciata da una televendita, inutile citare la critica alla televisione che è un punto fermo del Capa-Pensiero. Meglio passare al vero protagonista della serata: l’uomo qualcuno. Un vero e proprio “pallone gonfiato” attore principale di “Io diventerò qualcuno”, il pezzo più politico in senso tecnico della carriera di Salvemini che rimanda al Fronte dell’Uomo Qualunque di Giannini e ne ribalta l’idea. Tutti oggi vogliono essere qualcuno, a qualsiasi costo.
“Iodellavitanonhocapitouncazzo” cantata nella veste dell’uomo di latta fa capire quanto lo stesso autore voglia essere sincero, schietto e duro – soprattutto con sè stesso – davanti al proprio pubblico/non-pubblico. “Abiura di me” introdotta da un singolare Space Invaders umano è probabilmente il momento di [i]pogo[/i] più alto, divertimento massimo. Anche se in alcuni momenti l’acustica del Teatro scricchiola.
Caparezza - Trieste, Teatro Miela #2 (Photo by Roberto Milloch)
“Vieni a ballare in Puglia” riprende invece la scenografia presentata al 1° maggio con la sua pizzica che riesce a far ballare una città così lontana – in tutti i sensi – dalla Puglia. 4 minuti in cui le distanze sembrano zero ed i terroni non esistono, forse un po’ poco, ma sempre meglio di niente.
Passo velocemente per i pezzi più noti come Stango e sbronzo, La mia parte intollerante e Torna Catalessi che riporta in vita il cane Catalessi.

Eroe (storia di Luigi delle Bicocche) con il cappio al collo e cantata ad occhi chiusi fa capire che lì non c’è proprio niente da ridere o da ballare. Bisogna ascoltare e magari ricordarsi quali siano i veri eroi del nostro paese. Per non perdersi troppo in malinconie però si torna a ballare con Follie preferenziali ed Ilaria condizionata (Ilaria condizionata ha raffreddato la mia giornata.). Prima di proporre la versione più “matura” di Fuori dal Tunnel il Capa si traveste da Jimi Hendrix ed imbraccia una Stratocaster per la sua Rivoluzione del sessintutto.
La chiusura è denuncia, nessun bis-tormentone. Entrano in scena i Bonobo per l’ultimo pezzo anche nel disco Bonobo Power con il ritorno a dure sonorità rock.

La scimmia è l’evoluzione dell’uomo.
E non c’è niente da ridere.

Tracklist:
Vengo dalla luna
Cacca nello spazio
Ulisse, you listen
The Auditels family
Io diventerò qualcuno
Jodellavitanonhocapitouncazzo
Abiura di me
Vieni a ballare in Puglia
Stango e sbronzo
La mia parte intollerante
Torna Catalessi
Eroe (storia di Luigi delle Bicocche)
Follie preferenziali (?)
Ilaria condizionata
La rivoluzione del sessintutto

Fuori dal tunnel
Bonobo power

Foto gentilmente concesse da Roberto Millochhttp://www.flickr.com/obimilo
Che ringrazio per la disponibilità

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