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Interviste

Intervista agli YELLOW CAPRA

YellowCapra
Band del milanese che si presenta alla seconda prova discografica sfornando, per la seconda volta, un album di estremo interesse e dalla forte personalità. Talentuosi, con idee e da vedere almeno una volta dal vivo.

1) Allora, nuovo album (Chez Dede – stupendo n.d.r.), come è nato, c’è un concetto che lega le canzoni? Ascoltando i pezzi pare di assistere, caratteristica del vostro progetto, ad uno scorrimento in sotto/sopra – impressione di immagini in loop. Musica che sconfina nell’oltre-musica, contaminazione aperta. Come la vedete voi?

In questo disco siamo in 7. 7 teste pensanti. diverse. a volte contrapposte. ma senza un leader. si suona insieme. si fanno lunghe jam e poi come attraverso uno spremiagrumi tiriamo fuori le canzoni. la componente immagine si è sviluppata sempre più, dato che è preponderante durante i live dell’ultimo anno e mezzo. chez de dè è un non-luogo di incontro, dove stare sereni tra noi, o appartatati con noi stessi, o in compagnia dei nostri amici. è come se fosse un locale con la saracinesca abbassata dopo la chiusura.

2) Bella immagine, un concerto che ricordate con particolare piacere, ed uno che…vabbeh…era meglio stare a casa?

Ricordiamo il concerto al Cox18 qui a Milano, di supporto ai Calla. E’ un posto fantastico anche per ascoltare musica dal vivo. Il migliore a Milano. Anche per le persone. Il centro sociale era zeppo, era aprile e si stava bene fuori la sera.A volte i concerti che abbiamo fatto non ci sono piaciuti, altre volte si. Dipende se sul palco riusciamo a dialogare tra noi. tra gli strumenti. Ma dipende anche dagli spazi sul palco e da come riusciamo a posizionarci. Una volta è capitato a Monza.
Una di quelle volte in cui mentre gli altri suonano vorresti prendere baracca e burattini e andare a casa.

3) “dialogare” dici, effettivamente la vostra musica trasmette questo continuo dialogare fra gli strumenti, si percepisce l’evoluzione stessa delle canzoni in un senso crescente, saranno infinite le vostre prove? deve essere un piccolo spettacolo

La sala prova è di per sè fredda. Agli inizi provavamo a casa delle due sorelle (flauto e violoncello) e il calore del luogo, dei tappeti, delle pietanze serali, degli infissi di legno ci restituivano qualcosa di insostituibile. fortunatamente negli ultimi due anni e mezzo abbiamo trovato una sala prova che fosse una seconda casa (Ram Studios). in cui essere rilassati e gestita da due persone (Sandro e Flavia) che sarebbero potute essere di famiglia. E anche qui si è ricreato quell’abitat per lasciarsi andare a lunghe “sinfonie”.

4) A livello musicale ed emotivo, quali sono le differenze fra i vostri due album? Voglio dire la matrice è la stessa, chiara e personale, ma secondo me c’è un’evoluzione di fondo…magari a livello di temi e non solo…
Chez Dede - YellowCapra
Il primo è stato pensato e vissuto suonando in un sottotetto. quindi era più forte il feeling con la musica rock da camera, anche per i volumi e le dinamiche. da lì il gruppo si è evoluto anche come organico. chi si è aggiunto ha fatto arricchire il suono. e se all’inizio compenevamo in 5 adesso siamo in 7. se all’inizio c’era più presenza di violino-flauto adesso abbiamo sviluppato dei brani con sax e tastiera.

5) Vogliamo parlare dei titoli delle canzoni?

..sempre molto particolari il nostro motto, fin dall’inizio è stato: non prendersi troppo sul serio. Anche se il tipo di musica può essere malinconico, languido, serio. i titoli non sono campati in aria, come si potrebbe pensare, ma hanno sempre un aggancio con il momento della composizione, e con qualche idea del momento. quando uno di noi ne propone uno, se tutti sorridiamo al titolo, è aggiudicato.

6) se gli yellow Capra fossero un film? quale?

Ti direi “Cous Cous” (La graine et la mulet) che è appena uscito sugli schermi italiani, per un paio di motivi. Intanto perchè è un film condotto come fosse una sinfonia, con momenti tranquilli, impennate, passaggi concitati, susseguirsi di azione. E questo andamento mi ricorda la costruzione dei nostri brani.E poi il film sembrerebbe recitato come fosse teatro di strada e invece la conduzione degli attori è ben studiata. Così se i nostri pezzi potrebbero sembrare frutto di un’improvvisazione di un momento (live, dico) in realtà nasce da parti predefinite in cui potersi muovere.

7) per il vostro ultimo album avete in programma date all’estero?

Speriamo in primavera di andare in Germania. La nostra booking, Daniele di Promorama, sta organizzando.

8 ) Una band che ha influenzato, anche solo a livello emozionale, il vostro percorso?

La cosa divertente è che abbiamo background musicali ed ascolti a volte totalmente opposti. Per questo ci si sorprende sempre quando riusciamo a trovarci in un punto, che rappresenta un po’ un incontro. Posso dire che una buona emanazione emozionale l’avevano data i rachel’s.

9) Ultima domanda: se ci fosse uno strumento da aggiungere alla band? Quale?

O una seconda chitarra per puntare sulle intersezioni post punk o un violino per accellerare la melodrammaticità. A pensarci bene anche una tromba per arricchire la sezione fiati. Sarebbe bello allargarci…

Sito ufficiale della Band: www.yellowcapra.com

Intervista di Stefano Lorefice (www.cbh.splinder.com)

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