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Coldplay – Viva la Vida (or Death and All His Friends)

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Capitol – 2008

alternative-pop

Annunciato già da uno schizofrenico quanto spiegabile tam-tam mediatico, almeno quando in sala di regia siede quel mostro sacro di nome Brian Eno, il nuovo album dei Coldplay si presenta al motto di Viva la vida (or Death and All His Friends). La primissima impressione, oltre a quella di spiazzare (e non poteva essere altrimenti vista la presenza di Eno in sala), è la volontà di abbandonare i sentieri percorsi fino ad ora dal quartetto londinese. Alla maniera degli U2 nel periodo di “Unofrgettable fire”, anche per i Coldplay sembra arrivato il momento di ridefinire il proprio marchio di fabbrica, non abbandonando tuttavia quelli che sono i loro tratti distintivi.

Detta sensazione sembra prendere forma già in Lost!, un’intersezione di organo e claps che, insieme alla successiva 42, sembra voler pagare un tributo, seppur in maniera alquanto atipica, ad un Lennon-pensiero. Gli odori nell’aria sono anche quelli dei Radiohead, in particolar modo per la seconda, visti intro, cantato e ripresa finale. La doppia Lovers in Japan/Reign of Love sembra andare a pescare nel brit-pop di qualche decennio fa fondendo spunti di Arcade Fire nella prima parte ed un ritorno ai canoni Coldplay nella seconda, mettendo in primissimo piano lo stile canoro di Martin.

Se Cemetries of London, in cui sono di nuovo i claps a farla da padrone, è la canzone più U2-oriented dell’ intero album, Yes! è la più destrutturata. Qui, su di un sottofondo di chitarre e rumori saggiamente rimescolati per più di 7 minuti, sono gli archi a stare in primissimo piano fino a spingersi in un fade-out che ha tutti i requisiti di un’ottima band shoe-gaze.

Il crescendo della title-track ha il pregio di arrivare diretto, di nuovo grazie agli archi ampiamente utilizzati ed alla canonica linea armonica che, fra intermezzi di cori, si sviluppa in maniera lineare facendo da ideale introduzione al singolo di lancio Violent Hill. Ed è a questo punto che si comprende l’anima di Viva la Vida. Al di sotto di un iniziale sub-strato manieristico, man mano che ci si spinge in fondo all’album, è una vera e concreta essenza ad emergere in maniera violenta. La closing-ballad Death and All His Friends, inzialmente voce e trame di piano, finisce per sfoderare le chitarre nella parte conclusiva e, in maniera corale prima, e meno marcata poi, si spegne con l’ hidden-title di The Escapist.

Se non colpirà il bersaglio al primissimo ascolto, Viva la vida ha coraggio da vendere. E’ complesso, sembra quasi voler essere una composizione i cui 10 tasselli hanno tutti un colore diverso. Il filtro Eno (e Jon Hopkins) si impone e non poterebbe non essere incombente, ma la qualità dell’album riesce ad andarne al di là.

I Coldplay sono vivi e vegeti e, anche se non immediatamente riconoscibili come in passato, si dimostrano ancora una volta una delle migliori band europee.

Viva la Vida!

TRACKLIST

  1. Life In Technicolor
  2. Cemeteries of London
  3. Lost!
  4. 42
  5. Lovers in Japan/Reign of Love
  6. Yes
  7. Viva La Vida
  8. Violet Hill
  9. Strawberry Swing
  10. Death and All His Friends
TASTE
Lost!
Death and All His Friends

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