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Iced Earth – The Crucible Of Man

2008 - Spv
power/heavy metal

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Tracklist

1.In Sacred Flames
2.Behold The Wicked Child
3.Minions Of The Watch
4.The Revealing
5.A Gift Or A Curse
6.Crown Of The Fallen
7.The Dimension Gauntlet
8.I Walk Alone
9.Harbinger Of Fate
10.Crucify The King
11.Sacrificial Kingdoms
12.Something Wicked (Part 3)
13.Divide And Devour
14.Come What May
15.Epilogue

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E’ power, ma anche heavy, a tratti trash, ma anche progressive, con leggere concessioni al gothic.
Scorrono così 59 min e 9 secondi di “The crucible of Man – Something Wicked part II”, l’album ideato nel 2007 come doppio concept dagli Iced Earth da Tampa, Florida, e diviso poi in due uscite differenti, una a un anno dall’altro. Le ultime quindici tracce svelate il 9 settembre 2008, dopo l’acclamata partecipazione al God of Metal e la dichiarazione di voler partecipare ai festival, rinunciando ai singoli concerti,.
Per chi come me ha imparato a suonare su ” The Dark Saga”, catturata dalle cavalcate e dalle acciaccature della chitarra di Jon Schaffer, ed emozionata dal ritorno della voce pulita e potente di Matt Barlow, a cui cede il passo l’ex Judas Priest Tim Ripper Owens ( cacciato quasi a calci nel sedere) la pubblicazione l’ultimo capitolo della saga, a distanza di dieci anni, non poteva che costituire un evento.
“The crucible of Man” è il culmine della storia.
La trilogia narra di un’antica razza di alieni che viveva sulla Terra prima dell’uomo, a cui non manca un anti-paladino, Set Abominae, inviato per distruggere la razza umana per vendicarsi dello sterminio subito. “Fondamentalmente l’umanità non è veramente cambiata”, dice il singwriting e chitarrista Jon Schaffer. “In alcuni casi siamo diventati un po ‘più intelligenti, per esempio, siamo riusciti a creare Internet e hanno esteso le nostre conoscenze di fisica, chimica e biologia. Ma una cosa è rimasta stazionaria: noi continueremo a ingannare noi stessi, mentre manipoliamo e dominiamo gli altri “. A un ascolto ripetuto posso dire di non aver trovato, purtroppo, riff belle pesanti come in Something Wicked part 1; dopo l’intro in latino, fa bella mostra di sè Behold The Wicked Child, ma poi finisce per infastidirmi il tempo, troppo lento rispetto alla durata delle canzoni(“minimo sindacale”, ha detto qualcuno), fatta eccezione per la penultima, Come What May, che dura ben sette minuti.
La ricerca di epicità di Schaffer è ben farcita da orchestrazione, cori femminili e maschili e dalla calda timbrica baritonale di Barlow, che contribuisce anche ai testi di quattro canzoni, così il suo ritorno è una vera e propria controreplica del classico insieme e non solo una unione simbolica si scontra col piattume della scrittura. A Gift or a Curse evidenzia il talento di Barlow nel tenere l’ascoltatore in un viaggio introspettivo attraverso la coscienza del protagonista. I Walk Alone è uno dei migliori brani sul CD.
Crucify The King, che contiene un grande riff solista, e Sacrificial Kingdoms, sembrano riproposizioni di tracce precedenti.
Non male, ma non uno dei loro dischi migliori.
Pare che Owens se la stia ridendo di gusto…

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