Impatto Sonoro
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DISCO ENSEMBLE + Lapko – Latte Più, Brescia, 3 ottobre 2008

Un pezzo di Finlandia che sbarca in Italia non può fare audience. Un pezzo di Finlandia che non è la storia di un killer emulo-americano e nemmeno quella di un qualche pilota di Formula Uno in irrimediabile crisi.
Ed è così che c’è poca gente, pochissima gente e molto spirito scandinavo, a far da cornice al figurato sbarco dei Disco Ensemble in Italia, più precisamente al Latte Più di Brescia che, spopolato ma accogliente, si erge fiero ed orgoglioso tra industriosi capannoni e avventurosi scambisti della notte, simboli non poi così celati delle più bieche perversioni nordiche. Italianamente parlando.

Dentro, con i Lapko ormai sul palco, una birra in mano e i pochi avventori/ascoltatori comodamente adagiati sui pochi minuti tavolini così poco fottutamente rock’n’roll, viene da pensare un poco incautamente che è tutta colpa della crisi finanziaria che, per un motivo o per l’altro, sentiamo tremendamente nostra.
Loro, gelidi e professionali come non mai, sembrano non perdersi tra congetture, tremiti o sconforti da derive economiche alle porte.
Suonano, almeno all’inizio, come se di fronte avessero davanti un’infervorata platea di Helsinki.
Viene il sospetto che, a pensarci bene, suonerebbero così, disinvolti e distaccati, anche in uno Wembley restaurato e colmo di fans strepitanti la più pura delle passioni musicali.
I Lapko, nel loro sincero piccolo, sono bravi.
Sono tre e sono come dei Placebo più metal e più glam.
O più effemminati, se mai fosse possibile e se mai ci fosse concesso di essere un po’ meno politically correct del solito.
Hanno pubblicato tre dischi, che qui non sono arrivati e che, salvo imprevisti sconvolgimenti dell’ultim’ora, faticheranno ad arrivare. Di certo la data di Brescia, col suo pubblico sparuto, non sarà di grosso aiuto.
Quello che ci resta, a noi italiani un po’ più indiefferenti del solito, è un’ottima esibizione, impeccabile dal punto di vista tecnico (e non poteva essere altrimenti, vista la preparazione e il background metal di almeno l’80% dei musicisti finlandesi – maledetti e veritieri luoghi comuni musicali) e buona anche per quanto riguarda la proposta musicale che di certo meriterebbe un qualche ascolto più convinto e più (relativamente) di massa.

Passano così, e incolpevolmente scivolano lentamente sulle teste un po’ sconsolate, un po’ perplesse, un po’ annoiate per la situazione, più da concerto oratoriale che da rock venue per cui percorrere anche qualche centinaia di chilometri e di grigi fabbricati.
Ci rimane solo l’attesa, per quanto possibile trepidante, per quanto possibile capace di tenerci moderatamente lì, colpevolmente incollati alla sedia ad aspettare uno scossone che ci porti via da quei pensieri così alti e disconnessi da renderci grigi, dal guardarci l’uno con l’altro senza accorgersi dei colori che, inevitabilmente, ci circondano senza farsi sentire.

Una rullata, una mitragliata dritta dritta verso i timpani, quel “Magic Recoveries” urlato, sbraitato fino immaginarti le corde vocali sanguinare, è una sveglia puntata verso il miglior momento possibile.
I Disco Ensemble sono lì sopra, a due passi, perché per una volta non c’è folla ad accalcarsi sotto al palco, non c’è il sudore di qualche tuo vicino a ricordarti che il rock è contatto fisico, neanche fosse una partita di rugby.
Noi e i Disco Ensemble, a guardarci negli occhi, a sentirci un po’ in colpa per essere così gelidi, noi, così piccoli, così pochi, così incantati.
“Worst Night Out”, “Bad Luck Charm”, quasi tutto il nuovo disco “Magic Recoveries” ci passano attraverso con i loro ritmi sempre più tirati ma allo stesso tempo sempre più pop, con la loro elettronica alle volte quasi pacchiana, ma inevitabilmente inevitabile.
C’è da perdersi nel seguire le movenze del tarantolato Miikka Koivisto, voce del gruppo, animale da palco apparentemente incurante del deserto di teste sotto di sé, di noi che in fondo in fondo un po’ ci scaldiamo con “Black Euro”, con “We Might Fall Apart”, “This Is My Head Exploding” e “Drop Dead Casanova”, impeccabili perle che ci scuotono forse più di ogni ragionevole aspettativa.
Ci sanno fare, lo sapevamo già, ma la conferma è più che gradita: il basso di un Lasse Lindfors travestito da un Kurt Cobain scandinavo con tanto di camicia a quadrettoni ringhia e ci rimprovera, la chitarra di Jussi Ylikoski si rivela l’anima tecnica e creativa della band, la batteria di Mikko Hakila, precisa e mai sopra le righe, tiene impeccabilmente le redini di un gioco che ci piace da morire.
Nomi che fanno sorridere, abituati come siamo ad anglosassoni più o meno eroici, più o meno pronunciabili, più o meno convincenti.
Quando tutto è finito, quando il palco vuoto sembra essere la sola e più perfida punizione che ci meritiamo, abbiamo perfino l’ingrata presunzione di restare lì, occhi e bocca aperta, come ad aspettare che i Disco Ensemble ci scuotano di nuovo, ci diano un’altra possibilità, un’altra imperdibile lezione di musica, forse di vita.

Non ci rimane che tornare a districarci tra automobili sospette, fabbricati di pochi colori e i nostri pesanti sensi di colpa.

Fabio Gallato
(foto di Gloria Brusamento)

www.discoensemble.com

www.lapko.com

Black Euro (Disco Ensemble live @ Brescia, Latte Più, 03/10/2008)

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