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Noize Machine – The Jumping Clown

2008 - Valery Records
rock/hard rock/heavy metal

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Tracklist

01. Ready To Fight
02. Higher And Higher
03. I Like It
04. The Jumping Clown
05. Turn The Stone
06. So Far Away
07. The Count
08. Go Away
09. Who Are You
10. U
11. See What Is Better

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“Intonarumori” di nome e di fatto, questi Noize Machine. E le citazioni colte, a parte questa del futurista italiano Russolo, si sprecano. “The jumping clown” è l’ultimo entusiasmante nato dei Noize Machine, confezionato come piace a me: neanche una nota sprecata e potenza in crescendo.

Quando trovi in un disco tutte le sezioni ritmiche in perfetta sintonia col songwriting, un cantato che si modula impeccabile, innovazione che sposa tradizione senza alcun rimpianto, istinto e cultura che seguono lo stesso tracciato e ti dimostrano che possono esistere soluzioni gradevoli oltre che innovative, puoi catalogarlo come hard rock di classe.
Si fa così: prendete Deep Purple, Rainbow, Van Halen e Faith No More, shakerate bene, incendiate e servite ben caldo. Occhio lungo, quelli di Valery Records
Mariposa a Piazza Duomo lo inserisce al 10° posto tra i dischi più venduti questa settimana, a breve distanza da Lacuna Coil e AC/DC. Intanto parliamo di una band con fior fiore di musicisti, in rassegna: Dario Mollo alla chitarra (Crossbones, Voodoo Hill, Graham Bonnet e Tony Martin), Roberto Gualdi alla batteria (collaborazioni con PFM, Lucio Dalla; Pelù, Vecchioni, Elio e Le Storie Tese e altri), Guido Block al basso (Electric Zoo e Graham Bonnet) e cori e Andrea “miTZi” Dal Santo (ex Vanadium) alla voce.
E poi sono anche gruppo: quando suonano insieme, si divertono da matti.

A questo aggiungete che lavorano su testi non scontati: in una intervista rilasciata a Marco Amasso di Eutk.net, Guido rivela che parlano di come il mondo caotico in cui viviamo influenza le persone e tutte le problematiche che possono derivarne. Cosi vengono toccati temi importanti come la ribellione contro un sistema politico bugiardo come in Ready to fight o la mancanza di una certezza spirituale come in Turn the stone. Ma anche cose banali come il fatto di aver dato il tuo numero di cellulare a qualcuno che poi ti rompe l’anima in continuazione possono essere spunto per un testo come per esempio in Who are you. I nostri brani variano molto, di conseguenza anche i testi. I like it parla di un pazzo che non vede l’ora di farsi friggere il cervello sulla sedia elettrica, convinto che le scosse elettriche possono “ricaricarlo” ed esaltarlo mentalmente.

Questo è un disco che si lascia contaminare da atmosfere anni 90; parte bene con la moderna Ready To Fight, dove c’è già un assaggio di spessore interpretativo e colorazione timbrica di Mitzi. Belle le chitarre di Higher And Higher e coinvolgente Turn The Stone. Ascoltate I like it, pieno zeppo di reminiscenze . Ma il top sono The jumping clown, che tanto è geniale da farmi riconciliare con i pagliacci, So far away per gli assoli e The count, con un chorus da capogiro.
Unico difetto, se proprio vogliamo, l’assonanza dei titoli della 6 e della 8, So far away e Go away. Ma glielo si perdona.

Cosa chiedo per loro? Un monumento. Cosa chiedo per me? Band emergenti di questo livello.

Rock on.

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