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The Gosh – Pineland

2008 - Seahorse Recordings
rock/indie/new wave

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Tracklist

1. Jacknife
2. For an if
3. Sirens’ song
4. The last thing
5. Circle
6. Trepass
7. The spider
8. New attack
9. Breacking on me
10. Single
11. Missing the frog
12. Flying over

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“Pineland” è un nome che sa di delicata possenza, è un po’ come una gigantesca cascata di acqua che quasi non emette suoni. I The Gosh, progetto indie-alternative che possiede in se la capacità di integrare, senza sfigurare, nel proprio organico una fisarmonica , sono la giusta intenzione della musica di non somigliare mai a se stessa e di concedersi spazi che sono di solito visitati poco e male da altre band stilisticamente simili. Non è una questione riguardante la composizione dei brani, alcuni di loro mostrano, seppur ad una lettura molto approfondita, mancanza di compattezza che di solito portano ad una difficile riconoscibilità dei suoni che caratterizzano una band e di conseguenza a una non facile lettura e apprezzamento della musica. L’incedere ritmico sulla strada della new wave e del post-punk rimbombano continuamente in tutto il disco, eppure nulla sembra essere pi&u grave; lontano da quel cupo e fantastico momento storico che è l’alba della dark wave. I The Gosh si avvalgono, per dare ancor più profondità alla loro musica, di un VJ che cura le esibizioni live, Lollo. Il cerchio prende forma e si chiude con Luca (voce, fisarmonica), Bob (chitarra, voce), Ettore (basso) e Felix (batteria). Il disco, composto da 12 canzoni, tiene fede alle tematiche introspettive e oscure della new wave. Mentre la chitarra svolge un pulito lavoro melodico, attorniata dall’ampio respiro della fisarmonica e la sezione ritmica si sfida nell’ossessiva intelaiatura a sostegno di ogni brano, le parole si dispiegano fluide mostrando il volto quasi tragico della voce di Luca, altro gran bell’effetto sonoro ben incastonato sulle basi. Dal sentimentalismo pressoché puro di sirens’ song – “but the emotion that i felt with every woman that a had always stays in my heart and in my head” (“ma l’emozione che ho provato con ogni donna che ho avuto, restano sempre nel mio cuore e nella mia testa”) -, passando attraverso le struggenti, mortali, note di The spider – “we are all day waiting for death and its silent hunger” (“aspettiamo la morte tutto il giorno e la sua fame silenziosa”). I giochi funky del basso in Single sovrastano la ridondante melodia raschiata della chitarra, anticipando il crescente incedere di Missing the frog, che si perde in una lontana eco, prima della chiusura ad effetto di Flying over. Questo disco è per gli amanti delle delicatezze dark e delle sonorità indie, senza eccessi e privo di pretenziosi manierismi ultimo grido. Buon ascolto!

Taste: The spider, Single, Flying over

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