Si sono definiti jezzemani eterni ma eterni dilettanti. Sono stati Aran Banjo, ma anche Solidea. Vincitori del premio “Thunderware” a Codevilla e finalisti di “Rock targato Italia” Dal 2001 Alfredo Colella, Raffaele Giuria e Giorgio Guerra sono La Disamistade, e attenti che non sono gli stessi che, senza l’articolo femminile suonano cover di De Andrè…
“Dalla strada a questa stanza” è la risultanza di questo patto musicale, un EP autoprodotto e registrato presso i Gain Studios di Pavia contenente sette tracce elettroacustiche e cantautoriali.
Alfredo è voce graffiante, chitarra e piano, oltre che autore di tutti i testi, Raffaele chitarra, basso elettrico e cori, Giorgio batteria, percussioni e voce. Apprezzabile il libretto, curata la grafica e interessanti i testi: è la settima traccia a svelare il senso della titolazione, “La domanda che mi segue dalla strada alla stanza è mutata nella forma, resta identica in sostanza, all’origine e alla fine di ogni dubbio esistenziale: per chi devo suonare?Per chi devo cantare?” Meglio tacere, è risposto nel testo più avanti. E a un pubblico indistinto si propongono gradevoli assoli al sax di Alberto Greguoldo, in “Dodici battute” e la “La ballata dell’eterno dilettante”, e le variazioni tematiche in cui i tre sembrano sapersi districare. In “Canzone d’inverno” si innesta la fisarmonica di Cesare Campanini. Quando una band lavora molto sul live e sperimenta, si sente: funziona, s’incastra.
Forse la cover risulta un po’ infantile, ed è su questa che spenderei un po’ più di tempo in vista della prossima registrazione. Da tenere d’occhio.