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Romantic Mess – Are you calling fears by name?

2008 - Alkemist Fanatix Europe
metal/rock/screamo

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Tracklist

1. Butterfly effect
2. My first cigarette (ft. Jimmy)
3. Thousand pieces of a crystal heart
4. Getting closer (ft. Becko & Jimmy)
5. Heartquake

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La grande quantità di gruppi che al giorno d’oggi si ispirano ad un certo movimento musicale ci obbliga a buttare un occhio al di là dei pregiudizi o dei propri miti intramontabili. La veemente esplosione, anche nel nostro paese, del fenomeno Emo-Metal e il coinvolgimento di un alto numero di adepti tra giovani e giovanissimi sono l’evidente indizio di una “piccola rivoluzione” del tessuto sociale verificatasi in Italia. Un’evidenza più che normale soprattutto oggi, alla fine della prima decade del ventunesimo secolo, che ha definito l’assoluta globalizzazione a 360° in una delle nazioni a più alto tasso di conservatorismo in Europa. Quello che una volta era ad appannaggio esclusivo della musica dark, l’autolesionismo, il nichilismo e la visione quasi anomica della società, oggi si rispecchia nei caratteri negativi ma quasi mai estremizzati di un’orda di adolescenti e n on, che si atteggiano a mettere in scena un carattere drammatico e una filosofia della rassegnazione ai mali del mondo in stile Kurt Cobain solamente un po’ più chic. I Romantic mess, Daniele (voce), Fabio (chitarra, voce), Yuri (basso, voce) e Claudio (batteria), danno in pasto ai propri fans un EP di 5 pezzi che mostra, sopra le righe, un’alta capacità compositiva e una linearità nei suoni degni di band molto più affermate e fornite di esperienza, nonostante si evidenzi il problema che appartiene a tutte le band del genere, l’uso dello “screamo” divide completamente la voce dalla struttura del pezzo, rendendola un po’ estranea ad esso. Cosa che non si verifica invece quando la temperatura vocale si alza limpidamente, senza forzature, e lascia scoprire le ottime capacità melodiche di Daniele. È felicissima la scelta di accompagnare alla sua voce una serie di bilanciamenti corali da parte di Yuri e Fabio, così come è sorprendente il talento delle bordate di Claudio alla batteria, che da solo sembra reggere la rete ritmica dei singoli pezzi. Una piccola nota a parte la meritano la partecipazione di Becko (cantante dei Hopes die last) in Getting closer e le intromissioni tastieristiche del fantasista Jimmy sempre in Getting closer e in My first cigarette. 5 pezzi sono sicuramente un po’ pochi per dare un’identità definita al gruppo, ma le buone cose sin qui ascoltate, soprattutto per quanto riguarda i pezzi sopra citati, fanno ben sperare per un prossimo buon esordio su LP. Che sia questa l’occasione buona per smentire un luogo comune secondo il quale, in certi casi, il successo di un gruppo è da attribuire solo all’esplosione della “moda del momento”?

Taste: My first cigarette, Getting closer

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