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Management Del Dolore Post Operatorio – Mestruazioni

2009 - Videoradio
punk/indie/new wave

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Tracklist

1. Manicomio
2. Voglio solo farmi male
3. Il calendario
4. Prendendo a pugni l'aria
5. Elementare watson
6. Panico
7. Cazzo che bello
8. I wash your feet
9. Nel giorno sacro

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Una volta c’erano i CCCP e, fino alla morte cerebrale di Ferretti, sono stati l’orgoglio e il vanto di una certa Italia, almeno di noi che, generazione dopo generazione, li trovavamo geniali nel loro eroico nichilismo.
In mezzo tante cose: i Diaframma e la new wave, l’osannante riscoperta di Rino Gaetano, la legittimazione forzosa degli Skiantos e del punk come opera teatrale, a volte cabaret.

Oggi, i Management Del Dolore Post Operatorio sembrano aver assimilato tutto questo, sembrano averlo ben saldo e fluido nelle vene, sembrano riuscire a rielaborarlo in una miracolosa formula che sa tanto di magica reincarnazione di fantasmi ed eroi della più nostra musica italiana.
Hanno fatto un disco e l’hanno intitolato “Mestruazioni” che, a dispetto del titolo facilmente provocatorio, non ha niente di demenziale. Ma è una storia che non ci interessa e a soffermarvisi troppo si corre il rischio di lasciarsi sfuggire una delle più belle e interessanti novità del nostro panorama.
C’è dentro l’apocalisse di parole declamate con sarcasmo, rabbia e sofferenza, chitarre in un misto di grezzume punk e freschezza indie, liriche capaci di colpire dritto al cuore anche senza passare per la via più diretta (se sapessi perchè sono qui, se sapessi perchè, io non ci sarei).

Tra Londra e Berlino Est, tra Lanciano e Varsavia, i Management Del Dolore Post Operatorio mettono tanta, forse troppa, carne al fuoco, mettono sul piatto una fantasiosa carica di corrosivi fendenti al torace che, a voler chiudere gli occhi e a lasciarsi trasportare, portano dritto dritto in un Live in Punkow mai così vicino.
Si corre il rischio di esporsi in un troppo facile e nostalgico entusiasmo.
Ma per una volta, corriamo il rischio.
Perchè, a parte qualche frangente un po’ stucchevole e forzato (“Il Calendario”), i Management Del Dolore Post Operatorio sanno essere se stessi e il passato che riportano alla mente senza scimmiottamenti e banali cadute di stile, aggiornano sonorità passate senza renderle di plastica, regalano perle di nichilismo e riflessione a cui eravamo disabituati (“Prendendo a pugni l’aria”, “Panico”), si permettono il lusso di portare in auge nello stesso momento e nella stessa canzone “Colpa d’Alfredo” di Vasco e “Mi Ami?” dei CCCP in un indigesto e incestuoso rapporto carnale-musicale (“Cazzo Che Bello”).

Forse ingenui e sprezzanti in qualche scelta espressiva che potrebbe comprometterli, sicuramente capaci di emozionare e lacerare, i Management Del Dolore Post Operatorio si candidano a sostituire degnamente quei supereroi musicali, che parafrasando “Elementare Watson” degli stessi MDDPO, sono ingrassati, invecchiati e morti troppo presto.

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