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Mono – Hymn To The Immortal Wind

2009 - Temporary Records
post/chamber/rock

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Tracklist

1.Ashers In The Snow
2.Burial At Sea
3.Silent Flight, Sleeping Dawn
4.Pure as Snow (Trails of the Winter Storm)
5.Follow the Map
6.The Battle to Heaven
7.Everlasting Light

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Ci sono dischi che sono viaggi. E ci sono viaggi che hanno bisogno di dischi, dischi come questo, per essere compiuti.
Viaggi nella memoria o viaggi nell’anima. O forse ci sbagliamo tutti. Non è la memoria, non sono i ricordi, non sono le variopinte immagini incastonate in qualche atrio del cervello quello che ci portiamo dietro. Ad invaderci di sapori e sensazioni è l’anima delle persone che abbiamo conosciuto, delle cose che abbiamo afferrato, dei luoghi che abbiamo calpestato.
Il ricordo non è un semplice processo mentale, più o meno voluto, più o meno dovuto, una sorta di coscienziosa e razionale rivisitazione del passato che può aprire sorrisi o ferite. Il ricordo è l’anima del passato che si riaccende e si acutizza nel qui ed ora, nelle nostre infusioni quotidiane di vita, nelle nostre giornaliere overdose di emozioni disparate.
Tutto torna a farci visita nella nostra immaginazione, perenne campo minato di spazi bianchi, vuoti d’aria e vuoti d’anima da riempire con la fantasia, con l’anima di chi non c’è ma c’è stato e ci sarà, con il profumo dei luoghi che incontreremo e che sentiremo nostri.

I Mono vengono da un altro mondo, che non è il Giappone di terrena provenienza geografica, ma piuttosto una siderale circumnavigazione del pianeta Terra. “Hymn to the immortal wind” è una scatola piena di regali, doni e testimonianze da scartare silenziosamente, persi nell’atmosfera rarefatta di altri tempi così divinamente nostri, così beatamente addormentati in qualche substrato del nostro subconscio.
Ogni brano, che saltella magicamente tra la più classica forma del post rock e l’incredibile suggestione della classicità, tra l’orchestrale potenza sonora di archi e violini e la distruttiva spigolosità di distorsioni e feedback, è un piccolo passo, difficile da spiegare, meraviglioso da capire.

I Mono non scrivono parole, frasi, concetti. I Mono dipingono immagini, accendono idee, cancellano e rielaborano ogni nostra terrena convinzione sul tempo e sullo spazio, su di noi che ogni giorno siamo sempre più intrappolati in fili di tempo che mano a mano ci sotterrano.
Inutile seguire i secondi che passano, i minuti che bussano alla sottile porta della nostra resistenza. “Hymn to the immortal wind” è un viaggio aconvenzionale, incurante dei 70 minuti terreni che sembra occupare.
Parte da fuori e ci entra dentro, invadendoci di impeti clamorosi, di passioni paradisiache e luciferine al tempo stesso, di note srotolate come papiri lunghi quanto la nostra esistenza, lacrime e sorrisi che si mescolano in un torrente di anime romantiche e allucinazioni prossime al collasso.

I Mono vengono da un altro mondo, perchè è solo da un altro mondo che è possibile capirci e dipingerci alla perfezione.

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