É il 1994 a New York: nessuno oserebbe immaginarsi l’11 settembre, le guerre in Afghanistan e Iraq, la crisi. Guantanamo era solo una regione di Cuba e se non ci si capacitava di avere una Miss Italia nera figuriamoci pensare ad un Presidente degli Stati Uniti afro.
In un’epoca a noi ormai remota dove non c’erano cellulari né netbook Luke Shapiro (Josh Peck) si ritrova a convivere con i problemi legati all’adolescenza. Shapiro è un ragazzo come tanti, impopolare, uno sfigato insomma. Le uniche persone che frequenta solo i suoi clienti: per aiutare i genitori Luke gestisce infatti un giro di spaccio, mascherato dentro ad un carretto dei gelati.
È così che il nostro giovane eroe conosce il dott. Jeffrey Squires (un Ben Kingsley con molti capelli), psichiatra di mezza età al secondo matrimonio in crisi e con una figliastra da urlo di cui, neanche a dirlo, Luke si innamorerà.
Il mondo dei giovani e quello degli adulti si confronta, per farci capire che a volte sono più immaturi gli adulti, sposati e plurisposati, che scappano dai problemi della vita quotidiana dietro pillole e altre droghe. Quando c’è un problema il nostro corpo ci chiede la soluzione più rapida possibile perché, come ci dice il dott. Squires tutti cercano la soluzione più rapida.. Ma la realtà è che fare la cosa sbagliata, sbagliare, sbattere la testa, buttarsi a capofitto e piangere poi, aiuta. E fa diventare grandi.
Vincitore del Sundance Film Festival, il famoso festival per le pellicole indipendenti, “Fà la cosa sbagliata” è stato messo alla pari di film come “Le iene”, “Donnie Darko” e “The Illusionist”. In Italia (arrivato grazie alla Fandango) non ha riscosso il successo meritato perché, bisogna dirlo, “Fà la cosa sbagliata” è un bel modo di passare un’oretta e mezza.
E chissà se poi sceglierete la versione di “Walk in the wild side” di Lou Reed o degli A Tribe Called Quest.
a cura di Gloria Brusamento