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Jarvis Cocker – Further Complications

2009 - Rough Trade
pop

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Tracklist

1. Further complications
2. Angela
3. Pilchard
4. Left overs
5. I never said i was deep
6. Homewrecker
7. Hold still
8. Fuckingsong
9. Caucasian blues
10. Slush

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Sembra di essere tornati indietro nel tempo, in quei fantastici anni delle piogge glitterate, dei lampi colorati di rosso, giallo, verde, blu. Sembra di essere un ragno da Marte, o ancora meglio, una venere in pelliccia, è una cosa assai introspettiva sapete? Chiudete gli occhi e mettete un sottofondo che vi piace, alla fine vi ritroverete a dondolare tra la voglia di schiudere le palpebre o rimanere ciechi per sempre. Se non funziona significa che non avete scelto “Further complications” di Jarvis Cocker come sottofondo. Questo è un lavoro che per essere giudicato richiede ironia a primo impatto e una sana dose di cinismo all’ennesimo ascolto!

A dirla tutta non abbiamo a che fare con un disco dalle pure tematiche glam, e possiamo anche affermare tranquillamente che Cocker non è certo un personaggio accostabile al glam, eppure questo “Further complications” richiama tantissimo que lle sonorità. La scelta era tra il fare un album che ricordasse in un qualche modo i Pulp, oppure farne uno che ricordasse qualcosa che ormai più nessuno sa fare, o che nessuno ha voglia di fare. Cocker ha scelto la seconda, era ispirato da una sana voglia di scoprire cose che sono lontane dai nostri giorni. Qualcuno dirà che Jarvis si è portato dietro qualcosa dei Pulp in questo lavoro, ma per il sottoscritto è difficilissimo riconoscere il cantante dei sopra citati Pulp in questo lavoro.

La storia vuole che Cocker costruisca il suo futuro da musicista in tenera età, a quindici anni fondò gli Arabacus pulp, successivamente ribattezzati semplicemente Pulp, portandoli al successo a metà anni ’90 con His ‘n’ here, del 1994 e Different class uscito giusto un anno dopo, che gli valse l’ammirazione di Noel Gallagher degli Oasis, siamo nel 1996 e in quello stesso anno riesce a cadere dalle stelle alle stalle durante i Brit Awards, quando, nel corso dell’esibizione di Michael Jackson, salì sul palco accusando la pop-star di volersi sentire come un Cristo dai poteri curativi. Lo stesso Cocker liquidò il tutto dicendo di “non aver fatto male a nessuno” dicendo quelle parole. La storia di Jarvis con i Pulp finisce nel 2002 con un greatest hits, da allora non se ne è saputo più niente di loro.

Qualcosa si muove nel 2006 quando il cantante chitarrista dei Pulp se ne esce con un disco da solista semplicemente intitolato Jarvis e a tre anni di distanza questo “Further complications” forse è il risultato della noia che monta in alcune notti inglesi o è il calcolo accurato e preciso secondo il quale è da “esseri umani capaci di intendere e di volere” tir are fuori un album ogni 2-3 anni. Qui siamo al compitino svolto con criterio, per fare contenti i colletti blu delle case discografiche. Un paio di acuti e niente più, Fuckingsong, Left overs, quanto basta per non sentirsi inutile insomma.

Taste: Left overs, Fuckingsong

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