Non c’è molto da sapere riguardo questa band newyorkese. Hanno spaccato tutto con il singolo “An Honest Mistake” del 2005, tratto dal loro primo disco omonimo, facendo gridare quasi al miracolo. Con il secondo album “The Sun And The Moon”, i Bravery sono quasi passati inosservati, eccezione fatta per i brani “Believe”, “The ocean” e “Time won’t let me go”.
Agli inizi del 2010, invece, la band è tornata alla ribalta con il loro nuovo lavoro intitolato “Stir The Blood”. Il primo singolo estratto s’intitola “Slow Poison” ed è un brano decisamente new wave, che strizza, ancora una volta, l’occhio agli anni ’80. La canzone è abbastanza elettrizzante, ma non certo ai livelli della già citata “An Honest Mistake”. Per questo album, i Bravery, hanno deciso di diventare ancora più cupi, soprattutto nei testi, ma in parte anche musicalmente. Il disco, nel suo insieme, è molto adatto per un ascolto solitario, possibilmente viaggiando. Le canzoni invece, prese singolarmente, sono perfette per balli di massa in locali dark e non solo. Nessun brano in particolare spicca rispetto ad un altro e nessuno appare come un capolavoro, questo è certo.
“Stir The Blood”, molto probabilmente, non farà parlare molto di se, ma in questo vuoto pneumatico che circonda, meglio ascoltare i Bravery, che i dischi dei partecipanti di Sanremo, anche su questo non c’è ombra di dubbio.