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Baustelle – I Mistici Dell’Occidente

2010 - Warner Music Italia
pop/rock/alternative

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Tracklist

1.L'indaco
2.San Francesco
3.I mistici dell'occidente
4.Le rane
5.Gli spietati
6.Follonica
7.La canzone della rivoluzione
8.Groupies
9.La bambolina
10.Il sottoscritto
11.L'estate enigmistica
12.L'ultima notte felice del mondo

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Baustelle sono diventati i più attesi d’Italia, della musica, del rock, i più richiesti nei festival musicali, nelle serate, nei raduni. Sono i Rolling stones nostrani, i Beatles senesi. Oggi i Baustelle sono l’Olimpo del panorama musicale italiano, la punta di diamante più brillante di ogni altra dell’universo alternative, dell’infinito universo alternative italiano. Si sprecano i complimenti ad ogni loro uscita; innovativi, tecnicamente impeccabili, poliedrici, fuori dagli schemi e non so cos’altro.

La verità? È questa, i Baustelle sono praticamente quella “next big thing” che ti lascia a bocca aperta, sono quelli che ti immagini tra venti o trenta anni con una carriera fantastica e indimenticabile, quelli che crescono i figli, che muovono le platee, che segnano le generazioni. Non so se potrebbero trovarsi in accordo con le mie parole, forse negherebbero! Sicuramente. Mi darebbero del pazzo se confermassi tutto quanto detto prima, ma non riesco molto bene a vederla in un altro modo, non mi riesce se ascolto Amen dall’inizio alla fine e ancor di meno mi riesce se ascolto “I mistici dell’occidente”. Si sono creati una fama che si porteranno dietro fino alla tomba e che li condannerà ad essere perfetti ad ogni uscita, neanche il minimo errore!
Sarà che per rendere giustizia alla voce piena e priva di forzature di Francesco Bianconi bisogna affiancargli un background sonoro lineare e senza sbavature, oppure sarà una scelta di marketing voluta da loro stessi, sta di fatto che “I mistici dell’occidente” è, a grandi linee, il miglior album dei Baustelle e forse quello che li premia più degli altri in quanto a capacità.
È bello trovare tanta roba in ogni singola canzone ed è ancora più bello notare come i l loro sound non sia affatto cambiato a scapito delle solite “necessità” di artista annoiato da se stesso. Ci sono gli elementi tipici e tradizionali del “italian way of life” e una fatalità “Leoniana” nelle linee sonore, come nel primo singolo estratto, Gli spietati, dove la combinazione vocale tra Bianconi e Rachele Bastreghi, la bellissima e mostruosa “tuttofare” della band, si fondono in virtuosismi squisitamente “sixty” che sanno tanto di Patty Pravo con ancora un pizzico di talento.
Non c’è via d’uscita alcuna, i Baustelle sono dei predestinati, sono seguiti da una buona stella che li ha guidati fin dove sono adesso, sfido chiunque, in Italia, che faccia alternative di nicchia, in un certo senso fuori moda e fuori tempo, con due soli album all’attivo, ad approdare in una major in soli cinque anni di vita. Questo è un piccolo record. Ma nulla è demeritato se fatto bene e non è che i Baustelle stiano campando di rendita, anzi, la loro puntata è più alta e la posta in gioco anche e il valore di brani come L’estate enigmisticaGroupies è una scommessa vinta in partenza. Non siamo qui a cercare di capire se e quanto questo I mistici dell’occidente sia meglio degli album precedenti, non è questo il nostro intento.

La recensione qui presentata è un tributo ad una band di classe e piena di talento che da lustro al nome del nostro paese, dopo anni e anni di “vilipendio” musicale a tutti i livelli, finalmente un cavallo di razza che non è stato soppresso dai ridicoli colletti bianchi dell’industria culturale nostrana. Se le cose buone meritano attenzione allora non possiamo non poggiare il nostro orecchio su questo prodotto e su questo gruppo, da allora in poi non ne verremo più fuori!

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