‘Shhh’, date un megafono spento al mondo. ‘Buonanotte uomo’, soffocato da un fumo di plastica. Il sonno duraturo dell’essere umano che più non sogna e perde, come bava mista ad ideali bruciati, la voglia di svegliarsi e volare via come il vento. Ma uomo, umanoide fallito. ‘Alieno’, come puoi non dar voce alle note del vento? Polifonia di suoni uccisi.Intro veloci. Sono i moniti, i consigli crudeli e schietti che pompano a manetta tra gli strumenti e le corde vocali ubriache degli Yokoano.
‘Io son senza pietà’ ed ‘Io mi son fatto di me’, poiché tutto quel che vedo sono uomini in alto mare, ‘fatti di merda e gloria’ che non possono salvarmi dal pianeta in cui mi hanno vomitato. Proprio come rigetti a qualcuno probabilmente indigesti, i Punkreas secernono tramite Canapa Dischi, loro etichetta,una bile nera originale ed indefinibile dal nome Yokoano. Chiunque ascolti questo disco, tra l’altro il primo disco e omonimo del gruppo, avrà come l’impressione di esser trascinato per i capelli nel limbo grigio, chiamato vita.
Gli Yokoano sono senza pietà. La cella quattro per quattro dell’essere [dis]umano. E’ vuoto e nasce dal vuoto ,’vengo dal vuoto,vuoto,vuoto,vuoto’, interrotto da un urlo cattivo. L’uomo é il buco dell’ozono di questo mondo, é un feto che si nasconde beato in un liquido amniotico che non esiste.
‘Libero!Libero!’nel mondo voragine.
Gli Yokoano urlano la libertà e mai la smentiscono.’Ahahahahahahah’, diabolica risata amica in pezzi come ‘Mai’, segna la prossima fine del mondo. Non v’é tempo per ridere, non v’é tempo per morire. E mai,mai,mai ‘sarò un’isola in fondo al mare o sangue seccato al sole’, quasi a ricordare che gli umanoidi altro non sono che meraviglie trasformate in burattini nelle mani dei potenti.
‘L’isolato di un mondo malato’,il cantuccio caldo fuori dalle porte dell’universo, gli Yokoano ricordano a noi tutti che la felicità esiste fuori dalle porte della vita. ‘Voglio la guerra,niente di più!Voglio il tuo sangue!’, il soldato ha una piaga in gola e continua a sparare. Io mi amo,io mi odio,io do’ fuoco al mio ideale. Sono schegge di vita e orecchie,che ascoltano ‘l’occhio di un cane’ ,sono gli Yokoano.
Un disco puntiforme,simile ad un cantastorie del moderno medioevo che mescola insieme punk,metal,jazz e giunge sino al prog. Imperdibile se vogliamo sentirci protagonisti di un disco speciale, per la prima volta.