Prendi una decisione più o meno improvvisa. Prendi la voglia di ricominciare a scrivere di un qualcosa che ruba tutti i tuoi sensi – nella fattispecie di musica – portandoti ogni volta in un altrove differente. Prendi un treno, in ritardo, le difficoltà del caso che finalmente hai voglia di superare. E ti ritrovi a Torino, ad assistere a un concerto da sola, e non ti sembra vero che questa condizione ti piaccia così tanto.
Mercoledìventunoluglio ho avuto l’occasione di vedere all’opera uno degli artisti “ex-emergenti” (ma ancora abbastanza indie) degli ultimi tempi. Lo definiscono di non facile ascolto. Intanto ve ne parla una che in genere boccia i dischi brandendo lo skip sulle tracce come fosse un machete – “intro>>ritornello>>ultimo bridge” (e ultima spiaggia per la salvezza) – perchè considera l’arte solo dal punto di vista della comunicazione e dell’originalità…..
a cura di Camilla Brazzelli
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