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“ADESSO TOCCA A N’OI!” – Montebello (SI), 4 settembre 2010

Laser  anni ’90. Macchina del fumo con tendenze all’abbondanza. Tasso etilico prevedibilmente sopra la norma. Da una parte l’abbazia di San Galgano. Dall’altra il Ponte della Pia. Tra strade con curve a 90° e  una luna che si appoggiava sugli alberi più alti: 3 gruppi della scena hardcore-OI! romana  sono arrivati a Montebello (SI) per una serata  di impegno politico e goliardia.

Gli Ultimi, i Pinta Facile e i Payback tirano dritto uno dopo l’altro per più di due ore di secco, sudato, spigoloso punk-hardcore senza fronzoli  e  limitazioni spaziali -il palco risulterà infatti una semplice appendice della zona di pogo e la zona di pogo una simpatica arena per i cantanti. La mia povera macchina fotografica vedrà momenti critici cercando in attimi di fuga l’inquadratura più sporca e ravvicinata, rischiando qualche volta  l’abbraccio delle borchie o la punta di stivali roteanti. Ma  tutto il mio funambolismo non  poteva aspirare dentro la pellicola (o file JPG) i colori della serata. Puro bianco e nero. Ricordi e un po’ di nostalgia di un tempo, quello dell’hardcore italiano di Colonna Infame, Upset Noise, Negazione, Kina etc che si è disperso, rimanendo avvinghiato come un piccolo rampicante alle caviglie di poche band dei giorni nostri.

Alcuni scatti e passo al bianco e nero. Le foto acquistano sostanza e rotondità dentro la superficie.

Gli Ultimi partono come apripista. Uno street punk ruvido e dalle sfumature un po’ hardcore. I componenti della band provengono tutti da altre esperienze musicali come Disperate Living, gli Automatica Aggregazione, i Chilly Willy ed i Charlie (R.I.P). Canzoni di impatto, nate dalla vita quotidiana, dalle sue piccole grandi ingiustizie, dalle tensioni sotterranee tra  ceti sociali, tra lavoratori e proprietari.  Si cerca di non rimanere lobotomizzati. Di urlare la propria presenza.  Sembra di essere vent’anni fa. Ma alla fine poco è cambiato, la terminologia sì, lo spazio nei telegiornali sì… i problemi son ancora là. Mai, eroe, nuvole nere sono pezzi  tra Social Distortion, Cock Sparrer, Stab, Klaxon, con un netto miglioramento rispetto alle registrazioni in studio. Suono più corposo e tirato.

Veloce cambio di palco e la pazzia alcolica comincia a serpeggiare. È la volta dei Pinta Facile. Tengono fede al loro nome. Il cantante impreca e rogita diversi gutturali fonemi. Salta, casca si rialza. Inizia il concerto. E se avevo pure dei dubbi sulla loro capacità di reggere tutto un concerto di fila, mi son sbagliato alla grande.

La band OI! capitolina, tra le cui file troviamo anche il batterista dei Fourth Sin, tirano fuori cori, canzoni  spietate  e un’energia etilica senza fine.  La zona davanti il palco ormai è fuori dalla mia portata.

Cattivi pensieri, n’oi!, anti sober army, calci in faccia dalla vita,  nichilismo, sei convinto di essere utile ma sei solo una ** con la pistola… brevità, provocazione, protesta.  Urla alla folla, urla dalla folla . Un malestrom che andrà alla deriva con i Payback.

L’ultima band, già famosa nel giro hardcore, ha già avuto modo di mostrare le sue capacità  non solo tecniche ma anche di tenuta di palco. L’ho visti già  precedentemente fare da spalla ai Madball di New York  e da allora hanno fatto enormi passi avanti. Le due voce sono diventate ancora più coordinate e dirompenti. La sezione ritmica macina note senza fine e la chitarra elettrica riesce ad innestarsi in maniera virtuosa nei passaggi meno probabili. Che dire in particolare della batteria?? Il caro vecchio tumpa-tumpa hardcore, secco, spigoloso, frenetico ti fa saltare e lasciare i polmoni per terra.

Tanti i pezzi e tanta l’energia per una serata che vuol dire molto per i Payback. Accusati di essere ambigui politicamente. Hanno colto l’occasione per ribadire la loro fede antifascista.  Kings of nothing, old school, scum, too much talking ecco alcuni brandelli che son riuscito a recuperare dal caos che si è creato.

Una grande festa. Live vissuti con passione e tanta voglia di fare.

Fare per la scena, per la voglia di dire qualcosa.   Ecco cosa è significato questa serata.

Finiti o meglio sfiniti i Payback. Inizia il dj set di David della Soulcrew di Grosseto. Reggae, rock steady a go go.  Ballo e allegria nelle forme più bizzarre fino alle 4 di mattina, quando ormai gli stivali fanno gemere i piedi.  Anche i miei. Si aspetta ora il prossimo concerto…

a cura di Michele Guerrini

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