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S.A.D.O. – Weather Underground

2010 - Banksville Records
prog/jazz/rock/avanguardia

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Tracklist

1.Intro (The Star Spangled Banner)
2.Wet Weather
3.Koningsplein A’dam 1017 BB
4.Scorrimeeentoh
5.Food à la Blue
6.Poo Poo’s Ugly Sister
7.Spray Gun (theme)
8.Tremolino e Mordicchio vanno al bagno
9.Goodbye Megabyte
10.Adeste Fidéles
11.Gimme Three Bombs And A Half (theme)
12.Cavalcioni Waltz
13.Pellicole Rombojdali (live)
14.Un incontro in farmacia
15.Plexiglas Cubes
16.The War Goes On (parts 1 & 2)
17.Mary Quant Regina di stoffa (Fucking Potatoes)
18.For Funny (theme)
19.Chaos In Harward
20.Green Tea At 5 a.m.
21.Cuban’s Capitalist Blues
22.Bad Cops Over Poppella (theme)
23.Brano maturo serio e responsabile
24.Violent Society
25.Weathermen’s First Word (Drink To Them)

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Quando si ascolta un disco dei S.A.D.O. si stacca un biglietto di sola andata verso un paesaggio musicale che ben presto sfuggirà da qualsiasi accezione di normalità.

Il gruppo di Paolo Baltaro ha ormai intrapreso da anni una linea artistico-evolutiva assolutamente personale e per certi  versi unica nel suo genere, celandosi dietro al termine “avanguardia decostruttiva”, ovvero la voglia insaziabile di esplorare in ampia libertà un ampio ventaglio musicale, prendendosi il lusso di deformare stili, reinventare canoni e giocare con i paradossi.
Ecco perché “Weather Underground” non può essere etichettato come un lavoro ordinario (ammesso che qualcuno riesca ad “etichettarlo” nel vero senso del termine).
Si tratta di un concept album anomalo, in formato doppio (un cd recitato in versione italiana ed uno in lingua inglese), al cui interno si amalgamano partiture musicali con frammenti recitati, prendendo spunto dalla vicenda realmente accaduta di Weather Underground, una diffusa organizzazione di stampo sovversivo che ebbe vita negli anni ’70 negli Stati Uniti d’America.
Insomma, tanta carne al fuoco ed un approccio musicale che, seppur più “commestibile” rispetto ai precedenti lavori, continua a risvegliare interrogativi e a destare perplessità.

Nell’attesa che si chiarisca l’equivoco, i S.A.D.O. continuano, noncuranti, verso il loro percorso musicale, a centomila anni luce da noi.

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