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ANTI-FLAG (+ Pulled Apart By Horses e The Swellers) – Tunnel, Milano, 20 ottobre 2010 (+ Photogallery)

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E’ il 20 ottobre e a Milano è arrivato ormai l’autunno. Le serate buie e freddolose, che difficilmente ti schiodano dal divano, diventano quasi un’abitudine. Questa sera al Tunnel, però arriva la tappa italiana del Vans Off The Wall Tour. Il corrispettivo europeo del Vans Warped Tour d’oltre oceano. Il menù della serata è composto da: Pulled Apart By Horses , The Swellers e Anti-Flag.

Purtroppo scopro che il concerto è cominciato presto e arrivo alla fine dell’esibizione degli apripista Pulled Apart By Horses. Riesco comunque a sentire una manciata di canzoni.
Per come pensavo fosse impostata la serata, credevo di trovarmi davanti ad un gruppo punk rock, invece rimango abbastanza sorpreso ed affscinato. I ragazzi hanno un suono scarno, molto rock’n’roll, con venature hard rock quasi stoner, ma è difficile giudicarli solo con un paio di pezzi.  Me li segno per un futuro ascolto (effettivamente nel loro sound sento richiami a Fu Manchu, Quotsa, Black Sabbath).

Un veloce cambio strumentazione e sul palco salgono i The Swellers. Sono giovani, ma sanno il fatto loro. Nutriti a Bad Religion, Pennywise e No Fx suonano punk rock / hardcore melodico allo stato puro. Riscontrano un discreto successo tra il pubblico che conosce e canta le loro canzoni.

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Nel Frattempo il locale si è riempito a dovere e la platea è calda per accogliere finalmente gli Anti-Flag.
Partono subito in quinta senza risparmiarsi i colpi. Potenti. Il pubblico è in delirio. Cori che si susseguono sempre più incalzanti accompagnati da un sano pogo generale. Le transenne ed i ragazzi delle prime file accusano la potenza del punk rock, che da del filo da torcere alla sicurezza.
La scaletta è composta da un buon mix di pezzi vecchi e nuovi: si parte con ”The economy is suffering, let it die”, “The press corpse”, “Sodom, Gomorrah and washington DC”, ”Outbreak”, passando per “1Trillion dollars”,”hymn for the dead” e brani meno recenti come “A new kind of army”, “Drink Drank Punk”, per finire in bellezza con una splendida versione di “Should I stay Should I go” dei Clash, per sottolineare le loro radici musicali.
Non è tutto… quando ormai si pensava che il concerto fosse finito, il batterista si è concesso ad un bagno di folla; si è fatto passare – letteralmente al volo – rullante, cassa e charleston ed ha ricominciato a suonare in mezzo al pubblico incredulo.

Non ci sono stati fuochi d’artificio finali, ma questa follia estemporanea è stata il modo migliore per chiudere la serata.
Chi pensa che al giorno d’oggi il punk rock socialmente impegnato sia legato solo ai patinati Green Day, molto probabilmente deve ancora ascoltare e vedere almeno una volta gli Anti-Flag.

a cura di Mario Carina

www.anti-flag.com

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