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Parole Sante, di Ascanio Celestini


Scheda

Titolo originale: Id.
Nazione: Italia - 2007.
Regia: Ascanio Celestini.
Genere: Documentario.
Durata: 75 min.
Interpreti: Ascanio Celestini e i Lavoratori precari di Atesia.
Produzione e Distribuzione: Fandango.
Nelle sale dal: 1 Febbraio 2008.
Voto: 7

A Roma, nel quartiere di Cinecittà, c’è una realtà che colpisce in termini di precarietà lavorativa, si tratta dell’’Atesia, società che svolge l’attività di call-center per la Tim. L’Atesia sottopone  i propri  “dipendenti” a turni di lavoro massacranti e interminabili, ad una lotta continua anche solo per accaparrarsi il cubicle ove lavorare e a una vita senza futuro professionale, né contributi inps o ferie…..

A distanza di tre anni dalla sua uscita, ma poco prima della nuova opera cinematografica dell’attore e regista romano; “La Pecora Nera”, recentemente presentata alla mostra di Venezia, la visione di questo documentario riguardante il mondo del lavoro precario riesce a colpire lo spettatore come un pugno nello stomaco. Il tutto per mezzo di un’intensità narrativa e a una realtà dei fatti presentata  senz’alcun fronzolo; e anche per un modo non comune di voler trattare il problema, degno del regista USA Michael Moore, con tanpato di interviste in primo piano ai vari membri del comitato “PrecariAtesia”, che hanno aggiunto al dramma delle loro vite professionali anche i loro sogni e le motivazioni che gli hanno spinti nel gorgo del call center più grande di’Italia. Un docu – film che sa far riflettere su dove eravamo e dove stiamo andando. Una pellicola spoglia ma efficace, popolata esclusivamente dagli interventi dei lavoratori Atesia, mai nessun responsabile aziendale ha voluto farsi intervistare, che hanno saputo si riunirsi in un sindacato/comitato, ma che dal sistema che desideravano combattere, ovvero l’Atesia stessa, sono stati lentamente, e progressivamente, eliminati con le motivazioni più disparate e puerili.

Un caso che ancora oggi fa discutere. Ancora oggi in un mondo che è preda di una crisi che non cessa di esistere ma che in luoghi come la periferia romana era già realtà sin da qualche anno or sono.

a cura di Ciro Andreotti

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