Fabri Fibra è uno di quei personaggi di cui è difficile dare un vero e proprio giudizio senza essere retorici. Scrivere o leggere cose negative su Fabri Fibra mi fa sempre un po’ sorridere, dato che quelle stesse parole potrebbero essere le sue: da anni ormai i suoi album sono orribili, e la cosa più bella è che lui per primo li definisce tali.
La domanda è quindi: c’è qualcosa di concreto sotto tutte quelle cretinate, sicuramente molto divertenti, create da Fabri Fibra attorno allo stesso Fabri Fibra? A me sembra che, al di là degli ormai antichissimi Uomini di Mare, manchi completamente di spessore, figuriamoci di Controcultura.
Controcultura è un album che non sa di niente, anche se Il rap di Fabri Fibra è sicuramente molto valido. Belle anche le basi e le collaborazioni con Dargen D’amico e Marracash. Ma i testi? Nichilismo punk da quattro soldi infarcito di politica spicciola, di cui, a quanto pare, lui ne è più che consapevole: “Mi chiedi chi sa fare il rap italiano, li conti sulle dite di una mano. Hanno tagliato la torta e io non c’ero”. L’impressione è che le sue siano rime destinate solo ad un pubblico di adolescenti sempliciotti, con testi massacrati da continui riferimenti a personaggetti televisivi e a politici, senza effettivamente esprimere niente che vada oltre la solita, assolutamente banale, “denuncia”.
Fabri Fibra è un personaggio senza dubbio affascinante, ma troppo superficiale per poter realmente suscitare interesse.