Dopo una gavetta relativamente breve ed assai promettente, le dieciuniàsonanti arrivano alla tanta agognata prova di maturità.
‘Manuale d’Ascesa e Caduta’ consegna ai nostri lobi un quartetto romano ispirato, abile nel non farsi travolgere dentro al vortice modaiolo dell’indie-rock storpiato dall’italico stile. Le canzoni dei dieciuniàsonanti sembrano voler far di tutto pur di rimanere impigliate tra i friabili canovacci di un cantaurato rock radiofonicamente “all’italiana”, ma attenzione a definire la loro proposta come “cantautorato rock di nuova generazione”: i grandi cantautori che hanno fatto la storia della musica italiana sono ben altra cosa…
Detto questo, con la dovuta premessa che le dieciuniàsonanti svolgono il loro compitino con applicazione, attenti alle sbavature e con una indubbia attenzione per i testi (cosa non da tutti e che per questo va rimarcata) bisogna dire che le canzoni di ‘Manuale d’Ascesa e Caduta’ scorrono placide, come l’acqua che viene e che va, senza lasciare quel segno che forse in tanti si sarebbero aspettati dal promettente quartetto romano.
In attesa di un’auspicabile scintilla che faccia invertire la rotta, ‘Manuale d’Ascesa e Caduta’ vagabonda nell’algida “terra di mezzo” del rock italiano, con le sue canzoni formalmente ineccepibili ed i ritornelli canticchiabili, a cui basterebbe quel poco di anima in più per decollare e scaldare un po’di più i cuori.