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I Fasti – Ovatta

2010 - Autoproduzione
shoegaze/electro

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Tracklist

1. Due cose
2. Hanno umiliato l’amore
3. Mercy
4. Oroscopo
5. Nara
6. 100°
7. Asciutto
8. Il primo natale in famiglia
9. Hanno umiliato l’amore rmx
10. 100° rmx

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Chi si domanda del pazzo criminale. E’ di calvizie affetto, assuefatto. La cavia, dell’esperimento. La siringa, del drogato dai media. Ha le mani, di forbice. Ha il cenacolo, dissanguato. Cibo ingurgitato, esasperazionem abitudine. E ha stuprato l’amore. Preti e giornalisti, demoni di violenza. Hanno ucciso la vita. Lamelle, taglienti. Il giocattolaio, inetto. Il volume della tele, succhia cervello. Cuffie che non fungono. Batteri unicellulari. Il mare, di fango. Muore, la bandiera bianca. Cella, maniaca. L’orgasmo che ci eccita. I barbari, con spranghe di cianuro. Banditi, sul cavallo di legno. Apro la porta, di piombo. Il vento, di aria finta. Collassi, di endocardi. Una vita, stracciata. Una preghiera, che bestemmia l’angelo con l’arpa. Ovatta, della nicotina nell’emoglobina inquinata. Cellule, impazzite. Siamo i Fasti, suonati. Siamo, Ovatta. Cotone, bambagia bianca. Il mercurio cromo, della ferita bruciapelo. Rocco ,il poeta all’inferno. Ivi, la retina che si ipnotizza allo schermo. La piaga, della febbre umana. Il tentacolo, di chi mente. L’idiota, proiettile. L’idiota in piazza, menzogna. Un guerriero, di guerra affamato. Il soldato spara, morte. La morte, insonne del soldatino matto. Gioca e gioca con la corda. L’impiccato, terrestre. Bevanda, succo di frutta a barre e morte alla televisione. Siamo, la pila scarica del telecomando. Lo stadio, del perdente. Una chitarra, di caotico chiasso. L’infarto, dell’amore. Il sentimento, perduto. L’oblio, del depresso. Ritrova, se stesso. Lo svago, che non si rinuncia. La dissonante parete, gialla. Alba, velenosa. La fitta, al cuore. La rondine, non fa la primavera. Muore, col rovente panorama del pianeta in festa fiore. Risorge, al tetro autunno ansioso. E’ nido, di ovatta. E’ il cranio, che appassisce. Citoplasma, infetto. Tessuto epiteliale lurido. L’essere umano, stupra il sentimento. Si ferma, al mare. Il sacerdozio e la pomata. Il cavo elettrico, fulmina tutti i nostri sensi. L’antenna satellitare, stupra l’ esistenza. Nara, le dita sulle corde acustiche. L’angolo,del pianto. E picchi, sulla specie. Il bastone, estintore. Il colone, assassino. Il pallido, del viso pallido. Divenne, color del sole. Il rosso, pellerossa. Si fece ucciso, fuoco attorno al sole. Il nero schiavo, della tratta. Notte, si fece notte urlante di paura. Lo sterminio, della vita. La feccia, vegetale. E non siamo animali. E siamo, vegetativi molli. Offuscati, dalla stupidità.  Un destino, nelle mani  di qualcuno. Cannibale, dei nostri sogni. Il liquido, che danneggia. E’ vietato, ai bambini. Il prodotto,inscatolato. Filetti, confezionati. Lo scontrino ed il libretto d’istruzioni. Castelli di sabbia, oramai spariti. La meraviglia, di una vita assolutamente pazza. L’antiorario e l’orario dell’antiorario orario. Sinestesici, paranoici. Ovatta, di pece. L’anestesia, delle ossa. Il tendine, che marcisce. E l’angolo del pianto. L’inconscio, che rotola giù dalla collina. E la collina, irta. Di pensieri non liberi. Cazzate, come scatolame da cani domestici. Ci hanno bucato, il cuore. Siamo, sugli scaffali dei centri commerciali.  Il muscolo,che scoppia. Come bolla di sapone. Ovatta, chiodo e martello. L’ultimo disco de I Fasti. Il traforo, sulle nostre anime. Centrifuga, di gesso.

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