Impatto Sonoro
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Speciale MINISTRI: Firenze e Roncade, 3 e 7 dicembre 2010 (+ photogallery)

Ministri – Live @ Viper, Firenze, 3/12/2010.

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Ministri: tre compagni di liceo, il chitarrista e autore dei testi Federico Dragogna, il bassista e cantante Davide Auteliano, il batterista Michele Esposito, che nel 2003 mettono su una band; la cosa si fa seria e, nel 2008, pubblicano il primo album, I Soldi Sono Finiti, nella cui copertina viene inserita una moneta (vera) da un euro, tentativo provocatorio di sensibilizzare i fruitori di musica sull’attuale crisi discografica.
Nel 2009, segue l’ep La Piazza, mentre nel 2009 esce Tempi Bui, l’album che ha consacrato la band come una delle migliori del panorama rock italiano.
L’ultima opera del trio milanese, l’ottimo Fuori, dato alle stampe nemmeno due mesi fa, il 12 ottobre 2010, conferma i risultati ottenuti con gli album precedenti, anche grazie all’aggiunta di un “quarto” ministro, il polistrumentista Filippo “Effe Punto”.
Che i detrattori si mettano il cuore in pace: i Ministri sono i nuovi alfieri della scena rock italiana, e questa sera, sul palco fiorentino del Viper, ne daranno prova con un live esplosivo, tra sudore e amare parole su un’Italia che, da tempo, non è più Belpaese.

Ore 9,30: il locale è ancora chiuso e, nonostante manchino un paio d’ore all’esibizione, la fila davanti alle porte è ben nutrita, e, soprattutto, già scalpitante. Chi non ha il biglietto è preoccupato di dover tornare a casa senza musica, ma anche se la serata non è in odore di sold-out (come è invece successo al Magnolia il 25 novembre), certamente il pubblico dei

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Ministri riempirà il Viper come in poche altre occasioni.
Aperte le porte, e occupate immediatamente le prime file, si susseguono sul palco i due gruppi spalla della serata. Prima, i pistoiesi S.U.S. (acronimo che, come ci suggeriscono alcuni fedelissimi, sta per Succede Una Sega), che scaldano il pubblico con i riff veloci e incalzanti di “La cura” e “Gli errori di Copernico” (dall’album Il Cavallo Di Troia), a cui alternano letture di poesie e divertenti battute. Poi, le Meleagre, dall’Emilia Romagna, che propongono pezzi power-pop, tutti cantati in italiano.

Alle 23,40 circa, eccoli: i Ministri fanno il loro ingresso sul palco, e vengono immediatamente investiti dall’energia del pubblico. Il bassista e cantante Davide Auteliano saluta calorosamente, e subito si parte con il primo pezzo, “Il sole (è importante che non ci sia)”, tratto da Fuori: la canzone scalda subito l’atmosfera con la sua batteria incalzante, che ti entra direttamente in testa, tutti cantano a squarciagola.
“Due dita nel cuore” è sovrastata dal coro impetuoso del pubblico, che ripete l’aspro ritornello “cacciati due vita nel cuore e vomita” ancora più forte di quanto non faccia Davide, (benevolmente) costretto ad uno sforzo vocale sovrumano; “Gli Alberi”, composta proprio da lui, è il primo singolo del nuovo album, ed è un delirio sonoro fatto di pogo, sudore ed emozioni.

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“Bevo”, tratto da Tempi Bui, incendia il palco: polemica contro l’ipocrisia che circonda l’uso dell’alcol, è un perfetto esempio della furia live della band, trascinato dalla potente chitarra di Dragogna e dalla batteria martellante di Esposito. La voce ironica di Auteliano fa il resto, diverte e fa divertire.
Dal primo album, si continua con l’energia dissacrante di “Non mi conviene puntare in alto” e del suo basso pulsante, poi, “Vestirsi male”: unico pezzo dal sapore vagamente autobiografico, si riferisce alla madre di Dragogna che, appunto, lo rimprovera sul suo modo di vestire, metafora del bisogno, a un certo punto, di lasciare la famiglia, di crescere da soli, di “scappare di casa e non tornare più”.
Altro boato che esplode con “Noi fuori”, manifesto live dell’ultimo disco: fuori dai concerti con le sedie, fuori dalle feste con le droghe serie, il popolo dei Ministri segue la band in questo pezzo tirato fino al limite, dall’inizio alla fine completamente urlato da Auteliano.
Avanti con “La piazza”: tra le canzoni-simbolo dell’intero repertorio ministrico, rappresenta uno dei momenti più emozionanti della serata, raccontando le malattie della nostra generazione, soprattutto la nostra mancanza di coraggio. Al solito, le potenti parole di Dragogna riecheggiano attraverso il canto della platea, che continua, instancabile, a scatenarsi in quella che nel frattempo è diventata una bolgia infernale, ulteriormente riscaldata dalle note crude e dirette di “Una questione politica”.
Il concerto arriva al suo culmine con “Il bel canto”, ultimo brano prima della pausa: rimasti sul palco soltanto Federico e Davide, i due danno vita ad un momento di intensità unico, fatto della chitarra acustica del primo e del cantato rassegnato e incombente del secondo.
Si riparte a pieno ritmo con “Mangio la terra”, anche se è con la successiva “Tempi Bui” che l’atmosfera si fa di nuovo irrespirabile, accompagnata da un pubblico che si riconosce in ogni sillaba e battuta del brano.

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Il concerto è quasi alla fine ma i momenti di Musica non sono ancora terminati. E’ musica con la M maiuscola, che fa cantare la gente e la fa pensare, veicolata da una band che per talento ed energia non ha altri rivali.
“Diritto al tetto” infatti è la penultima grande esibizione, trainata da un ritmo assurdo e irresistibile, a cui segue la celebre “Abituarsi alla fine”, che chiude tutti i live della band. Traccia finale del primo album, non potrebbe esserci conclusione migliore, simbolo di chi li segue fin dagli esordi: i Ministri si muovono come trottole impazzite, l’impatto sul pubblico è irrefrenabile, ed è alimentato dai saluti finali a metà pezzo.
Ma non è ancora finita. Lo spettacolo dei Ministri non è fatto solo di musica: è bello vedere quanto la band interagisca con il suo pubblico, creando spesso scenette divertenti.
Ed è proprio sul finire che Davide si lancia tra la folla e diventa tutt’uno con essa.

Ecco il ritratto di una band che, nonostante i numerosi successi raggiunti, sembra non aver perso di vista l’obiettivo primario, ovvero, fare buona musica, e soprattutto, regalare grandi momenti live.
Ed è proprio questo che hanno fatto stasera i Ministri con il loro concerto da brivido. Unico.

a cura di Giulia Antelli


Ministri – Live @ New Age Club, Roncade (TV), 7/12/2010.

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Dita di giovanissime teenager accompagnate dai genitori a fondo sala si alzano. Sono tutte per i Ministri, prodotto ormai consolidato dell’industria culturale italiana, sicuramente di ottima fattura, sicuramente non degno di campare con un pubblico del genere, fatto di ragazzine ed ormoni impazziti. Forse è il destino di tutte le cose importanti in Italia il non essere capite. Quando il bis passa veloce tra una trasposizione del loro repertorio in chiave funky-dance, inconscio tentativo di tenersi stretti i fans dell’ultim’ora che li acclama come fossero l’ultima star di un rave, ti accorgi che qualcosa non va come dovrebbe. Ti accorgi che stiamo e stanno buttando via un’altra grossa occasione.

a cura di Gloria Brusamento

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