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Il Venerdì Di Impatto Sonoro #7: antiberlusconismo per tutti

Vive, e vivrà tutti i venerdì questa petulante rubrica dedicata fondamentalmente al nulla. Perchè dopo una settimana e più di fatica, abbiamo bisogno di oziare, parlare di cose di cui parleremmo in un qualsiasi bar sport globale, o seduti su una panchina tra una trentina d’anni, ma più probabilmente anche prima. Oggi si parla di Berlusconi e galateo.
A cura di Fabio Gallato.

Ci abbiamo sperato tutti, ma è andata come è andata e se sul Time di questa settimana in copertina c’è il faccione di Mark Zuckerberg e non quello di Domenico Scilipoti è solo per un bizzarro e catastrofico errore di stampa.
Siamo comunque tremendamente ottimisti, è Natale, siamo pieni di buoni pensieri e ancor migliori propositi, il pasticciaccio ormai è fatto e la rutilante attività del nostro primo ministro potrebbe finire a breve.
Non ci mancherà di certo, ma non vogliamo neanche passare questo brutto venerdì di basso intrattenimento e neve a bassa quota ad intessere discussioni etico-politiche, nè a tracciare inutili sommari di una carriera politica che definire fallimentare sarebbe sia perfettamente corretto che perfettamente errato, a seconda del punto di vista.
Il problema che ci poniamo è, per così dire, di galateo.
L’Italia è il paese che conosciamo e, quando sarà il momento, quando la baracca salterà, avremo potenzialmente 50 milioni di antiberlusconiani. Per molti di loro sarà la prima volta, ci invaderanno come una marea di zombie senza guida e senza scopi.
Cosà mai agiterà gli umori dell’antiberlusconiano dell’ultimo minuto? Cosa scombussolerà il cuore di quello che l’ha sempre adorato e ora ci sputa sopra sprezzante e saccente dal barbiere: “Io l’ho sempre detto che Silvio era un bastardo”?
La vita dell’antiberlusconiano della domenica è irta di ostacoli, la figuraccia è dietro l’angolo ed essere smascherati è sicuramente umiliante.
Ecco alcuni semplici regole pratiche per simulare un antiberlusconismo di qualità almeno accettabile.

1. Smetti di chiamarlo Silvio. Da noi non si fa.
2. Se proprio vuoi, puoi usare un nomignolo. Ma, attenzione: la scelta denota appartenenza, e ti muoverai all’interno di un territorio frastagliato. Berlusca è da radical chic lombardo nevrotico, Caimano non lo usa nessuno e rivelerebbe subito il bluff, Berluskaiser ha connotazioni anarco-sindacaliste, B. fa troppo Severgnini e Psiconano, beh, arruolarsi addirittura con i Grillini ci sembra francamente fuori luogo.
3. Non è necessario strafare, per quanto possa sembrare incredibile, non tutti gli antiberlusconiani sono di sinistra, e non tutti sono degli esagitati cronici.
4. Mai parlare di Veltroni, nemmeno per fare esempi o battute divertenti.
5. Occhio alla coerenza. Non vale insultare Berlusconi e poi chiamare Vendola “terrone travestito”. Questo comportamento potrebbe suscitare delle domande trabocchetto ed è da qui che vengono le insidie peggiori.
6. Sei cattolico? Ok, puoi continuare ad esserlo anche in questa nuova vita, ma devi comunque sapere che quando ti troverai tra gli antiberlusconiani atei, ti prenderanno implacabilmente per il culo, rito che da noi è socialmente accettato e perfino incoraggiato.
7. Dovrai comprare “La Repubblica” almeno ogni tanto, non si può scappare. Concediti 10 secondi di meditazione e convinciti di avere tra le mani “Libero” o “Il Giornale”. Sarà facile e divertente scoprire le differenze.
8. Tutta la storiaccia sul conflitto di interessi era vera. Sì, gli antiberlusconiani pensano davvero sia un problema reale. É strano, vero?
9. Quando vedi Sabina Guzzanti devi far finta di ridere. In compenso ora sarà più facile gustarti  le battute di quel genio vero di suo fratello.
10. Puoi continuare a non pagare le tasse, solo che adesso non puoi dirlo in giro.

a cura di Fabio Gallato


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