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Germanotta Youth – The Harvesting Of Souls

2011 - Wallace Records
noise/experimental

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Tracklist

1. Neuropolis 2. Ravenous black hole 3. Indie rock, fuck off 4. The harvesting of souls 5. Neuro psyonic activity 6. Blackfriars bridge 7. Colony collapse disorder 8. Honey bee depopulation syndrome 9. Draconian measures, a letter to lady gaga 10. A closer look into the mind and soul of pope benedict XVI

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Un magnifico caos. Un crudele pastiche. Uno sfocato bicchiere rotto. Un rottame drogato.  Il progetto inter-parallelo di Massimo Pupillo (basso degli Zu) e di Fabio “Reeks” Recchia e Andrea Basili prende il via da un precedente storico di sperimentazione eccellente, ovvero il side project Ciccone Youth portato avanti da Thurston Moore e Kim Gordon (entrambi dei Sonic Youth), insieme a Mike Watt (dei Minutemen), J Mascis (dei Dinosaur Jr) e Gregg Ginn (tra i fondatori dei Black Flag).

Ciccone Youth era un super gruppo con il gusto dell’ironia -il nome infatti era un chiaro omaggio a Madonna (all’anagrafe Louise Veronica Ciccone)- che presentava una ricerca sperimentale del suono e del rumore molto particolare, inserita anche in rivisitazioni di alcuni pezzi della famosa pop star.
I Germanotta Youth colgono lo spunto risibile attualizzandolo con un riferimento a Lady Gaga ma sterzando su un campo di lavoro ancora più fragoroso e distorto. I Germanotta Youth attraversano come un trattore arrugginito i campi del grind, industrial ed electro noise, strizzando da una parte l’occhio ai Locust e mantenendo una, seppur leggera, sfumatura personale nella costruzione di un disco eterogeneo e forse slegato in certi punti ma coinvolgente ed interessante.

Composizioni quali: Honey Bee Depopulation Syndrome, la title track la bellissima\inascoltabile, Draconian measures, a letter to lady gaga, oppure la conclusiva  A look inside the mind of Pope Benedict XVI,  riassumono in un alternarsi di scatti epilettici e bulimici di ritmiche scarnificanti, apparentemente caotiche,  ed improvvisi  coma elettronici un affresco di vetri rotti e ferite aperte che aspettano solo la crescita di una nuova pelle, che li possa compattare in una visione nuova, una  nuova carne.

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