Come suonerebbe la musica di Ian Curtis negli anni zero?
Probabilmente come gli One Fuck One.
Sono in due (David Starr ai suoni e Luca Giommi, ex voce degli Edible Woman) e propongono un suono debitore sia delle atmosfere dark e algide tipiche di certa wave anni 80 (leggi, appunto, Joy Division) sia delle derive proto industriali avanguardistiche che furono dei Tangerine Dream.
Quello che ne deriva è una manciata di canzoni efficaci nel rappresentare un’estetica fascinosamente isolazionista, ma allo stesso tempo fortemente comunicativa.
Ed allora, che siano dei mantra ipnotici screziati da tagli electro (la bellissima, e vertice del disco, “Fury”, impreziosita dalla voce di Francesca Amati, o l’ altrettanto valida “In My Dreams”) o degli assalti punk alla Suicide (“Crimes of the Future in the Past”, “Hail To”, che esplode nel finale in un baccanale impazzito, col sax schizofrenico a tenere le danze), la tensione rimane sempre alta, anche perché a tutto ciò si aggiunge la sublime paranoia noir della claustrofobica “Counted Out” (i Coil rifatti da Trent Reznor?) e la dinamicità spasmodica di “Turning Clocks Back”, dove sembra di risentire addirittura i Primal Scream dei tempi d’oro, nell’episodio forse più accessibile e canonicamente “rock” del disco.
E non ingannino i molteplici riferimenti fatti sopra; l’abilità e il merito principale dei One Fuck One è proprio quella di amalgamare le più svariate influenze in una proposta originale e perfettamente calata nel contesto attuale.
E scusatemi se è poco.
Listen to (www.bloodysoundfucktory.com):
Soft Bodies Crushing[audio:http://www.bloodysoundfucktory.com/mp3/OneFuckOne%20-%20Fuck%201%20Soft%20bodies%20crashing.mp3|titles=One Fuck One – Soft Bodies Crushing]
Counted Out[audio:http://www.bloodysoundfucktory.com/mp3/OneFuckOne%20-%20Fuck%2012%20Counted%20out.mp3|titles=One Fuck One – Counted Out]