I Death Of Anna Karina che abbiamo conosciuto per i primi due album. Due LP colmi e traboccanti di assalti sonori, di aggressività tecnica e atmosferica. Di un’urgenza sanguigna di violenza sonora che trascendeva il semplice giuoco, spesso adolescenziale, del’ in your face. E andava a inseguire una composizione stratificata di chitarre, synth, che danzava un voodoo di new wave, screamo e hardcore.
Una band, i Death Of Anna Karina che ora ha cambiato vocalist e il modo di scrivere, passando dall’inglese internazionale all’italiano, in una strada aperta da band come Il Teatro degli Orrori e i Fine Before You Came negli ultimi anni. E che in questa rivoluzione stilistica ha affinato i suoi obiettivi, concentrando sul messaggio una profondità culturale, definiamola colta, che precedentemente non era stata sviluppata, limitandosi a immagini corte, brevi, cinematografiche in 8mm.
Qui l’uso di immagini, di fotogrammi rallentati e poi squarciati, tagliati velocemente, continua in una veste più strutturata ed organica, quasi che i Death Of Anna Karina avessero voluto concepire un lungometraggio della loro musica.
Composizioni come il trittico iniziale (Gli errori e di fronte a noi il nulla–Sparate sempre prima di strisciare-Quello che non c’è) immortalano bene il nuovo corso, seppur condannandoci ad un deja-vu strano, che ci porta direttamente alla band di Capovilla.
Poi Dissoluzione, Anticipazione della Notte, Vile Omicidio, ovvero brani che sanno fondere passato e presente in maniera perfetta e convincente tra ritmiche serrate, vocals taglienti e un impatto sonoro\immaginifico che trapana il cervello e prende il suo posto.
Cambiare è un atto di coraggio quasi sempre messo in discussione dall’esterno. Con il dualismo emotivo\concettuale di Lacrima\Pantera (riferimenti colti e suono muscolare), i Death Of Anna Karina hanno dimostrato una maturità creativa ancora non compiuta, ma che può evolversi in maniera interessante.
Fidiamoci.
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