A Small Document, power trio toscano alle prese con il debutto ufficiale, hanno la giusta attitudine, genuinamente rock and roll, per incuriosire e intrattenere il pubblico variegato del garage e dell’indie. Già, perché questo The New Middle Ages contiene un dinamico collage di ispirazioni vintage, stoner e tipicamente lo-fi garage, unitamente a certi accenni grunge e wave.
Di per se niente di particolarmente nuovo, certo, ma la grinta e l’attitudine di questi tre ragazzi, Mooar (Vox), Billy Boy (Guitar), Sirjoe (Drums), compensa col carattere quello che manca in effettiva originalità. Lo spazio musicale in cui si muovono è piuttosto saturo di band, e delle più diverse proposte musicali, e farsi notare e apprezzare diventa dunque un obiettivo di non banale acquisizione.
Piace, in questo senso, l’onestà del gruppo, che invece di prodursi in improbabili invenzioni artistiche/avanguardistiche, si rimbocca le maniche, andando a lavorare nel solco della tradizione rock, e approdando a un impasto sonoro che punta tutto sull’impatto e sulle vibrazioni ritmiche.
Molto ben congegnata e riuscita, in questo senso, soprattutto la prima parte dell’album, che fa la spola fra l’urgenza espressiva quasi hardcore dell’opener Muddling Head e il contraltare psichedelico di Shock Down, in mezzo alle quali fanno bella mostra di se la punkeggiante anarchia di Song Of Robespierre, e una New Strange Red Flavour in odore di moderno grunge.
La band è compatta e unita attorno al muscolare riffing di chitarra, e le vocals molto immediate e senza sovrastrutture di Mooar si fanno apprezzare per la loro cruda naturalità. Lo spirito torbido e indipendente del rock è ben presente, lungo tutto il lavoro, anche se, col proseguire dell’ascolto, emergono momenti un po’ meno tirati e ispirati, o comunque il riciclo delle medesime soluzioni compositive. Difetto questo, che può però passare in secondo piano, tenendo presente che The New Middle Ages è un debutto discografico, e che la band mostra comunque capacità degne di nota, certamente con ulteriore margine di ampliamento e affinamento.
Gli A Small Document centrano dunque il bersaglio al primo tentativo, riuscendo a catalizzare varie aspirazioni e ispirazioni in brani semplici ma freschi, che probabilmente troveranno definitivo completamento strutturale in sede live, habitat naturale imprescindibile, soprattutto per animali rock come loro.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=A3HPZG8rC30[/youtube]