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Smoke, di Wayne Wang


Scheda

Titolo originale: id.
Nazione: USA / Germania - 1995
Regia: Wayne Wang.
Soggetto e Sceneggiatura: Paul Auster.
Genere: Commedia.
Durata: 112 min.
Interpreti: William Hurt, Harvey Keitel, Forest Whitaker, Ashley Judd, Jared Harris, Daniel Auster.
Distribuzione: Cecchi Gori Group.
Giudizio: 8.

Fra l’estate e il Natale del 1990, a Brooklyn all’angolo fra la terza e la settima strada nell’edicola tabaccheria Cigar & Co. di proprietà di Augustus “Auggie” Wren si consumano le esistenze di alcuni personaggi che hanno nel fumo e nell’amicizia una delle poche certezze della vita. Paul, scrittore che soffre di un blocco causato dalla prematura morte della moglie. Rashid, ragazzo di colore che salverà Paul prima che questi venga investito da un autobus. Cyrus, padre di Rashid e gestore di un garage officina vicino New York. Ruby, ex – fidanzata di Auggie e lo stesso Auggie grande appassionato di fotografia.

Cinque storie vergate dallo scrittore New Yorkese  Paul Auster qui prestato al cinema nella sua prima sceneggiatura che valse, alla pellicola diretta dal cinese Wang, un meritatissimo Orso d’Argento al festival di Berlino. Di incredibile impatto le prove di Keitel, ma faceva l’attore o è sempre stato commesso in una tabaccheria di Brooklyn?, e William Hurt, in versione rispettivamente tabaccaio depositario dei segreti del quartiere e scrittore sofferente del più comune dei mali di chi si guadagna da vivere scrivendo ovvero un “blocco“ causato dalla scomparsa della moglie. Uno sforzo e una premiazione molto particolari quelli ricevuti dalle vicende di Smoke, l’uno per un copione girato in assoluta (o quasi) assenza di battute studiate a tavolino. Hurt narrò di una precisa intenzione del regista di dar libero sfogo all’improvvisazione di tutti i protagonisti, e altresì una premiazione che proprio per tale motivo divenne ancora più significativa, a dimostrazione che una trama anche relativamente priva di grande pathos, ma offerta a bravi attori, può dar vita a film di grande impatto, che si parli del “peso del fumo” o di fotografie scattate all’angolo di un qualunque isolato.

Da notare che al termine delle riprese il piacere provato dalla troupe, nel girare questo inno al tabagismo e alle storie di ordinaria routine quotidiana, spinsero il cast, quasi, al completo a girare immediatamente la prosecuzione di Smoke ovvero Blue in The Face ovviamente con  una completa improvvisazione da parte di tutto il cast.

a cura di Ciro Andreotti

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