Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Fraulein Rottenmeier – Elettronica Maccheronica

2011 - Self
rock/alternative/electro

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. Dancefloor
2. Dente da latte
3. Ornella tvb
4. La conoscenza
5. Lacrime in tangenziale
6. Monarchia
7. Dietro la lavagna
8. La nostra romantica ballata pop
9. Gran ricetta per la plastica
10. Political chihuahua

Web

Sito Ufficiale
Facebook

Il primo album full lenght dei Fraulein Rottenmeier abbandona completamente la linea rock che la band aveva intrapreso nei primi lavori.

Prodotto da GianMaria Accusani (Sick Tamburo / Prozac +) e mixato assieme ad Enrico Berto, “Elettronica Maccheronica” è uno di quegli album che proprio non riescono a lasciare indifferenti, nel senso che o li si ama alla follia o li si odia con decisione. Il nuovo corso dei Fraulein Rottenmeier ci consegna una band alle prese con un drastico cambio di personalità: i ragazzi della Valcamonica reprimono la loro parte più istintiva ed aggressiva a vantaggio di un approccio trash-schizo-pop dalle fumose venature elettroniche. Cambio di rotta sincero o drastica scelta commerciale? La questione non si pone in questi termini, anche se il ritornello simil-radiofonico di “Dancefloor” parrebbe indirizzare senza molti dubbi verso quest’ultima direzione. Sarebbe forse più corretto dire che i Fraulein Rottenmeier si sono venduti l’anima al “diavolo” Accusani: colate elettroniche, vocalizzi schizoidi (la voce di Giorgio Laini sa come rimanere bene impressa nelle orecchie) ed una forte e precisa attenzione rivolta verso il look ed i testi, taglienti e tutt’altro che ordinari.
Il sound di “Elettronica Maccheronica” rifugge da qualsiasi banalità ed è apprezzabile il tentativo di proporre una via musicale “atipica”, amalgamando tra loro tendenze musicali varie e poco conciliabili (si va dalla trash-dance anni 90 al dark o al punk), ma le canzoni alla lunga si rivelano essere troppo leggere, senza incidere troppo.

L’impressione è quella di una band che pur di accontentare una grossa fetta di pubblico non si esime dal ricorrere a spettacolari “giochi di prestigio”, rimanendo in bilico tra musica ed ironia e (quel che è peggio) tra scherzo e teatralità. Il rischio che si nasconde dietro a scelte “artistiche” di questo livello non è proprio da sottovalutare: quando l’attenzione si sposta con decisione (e forse volontariamente) sul “contorno”, si fa una fatica tremenda a parlare di musica.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=nSbDnkAaS0M[/youtube]

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni