Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Bancale – Frontiera

2011 - Ribéss/Fumaio
avant/blues/noise

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. Randagio
2. Un paese
3. Lago del tempo
4. Corpo (giorno che scorno)v 5. Calolzio
6. Frontiera
7. Megattera
8. Catrame
9. Cavalli
10. Suonatore Cielo

Web

Sito Ufficiale
Facebook

Lo sferragliare intenso di lamiere che introduce il malatissimo blues di “Randagio” non promette nulla di buono; in senso positivo, s’intende. I Bancale con questo lavoro (dopo l’EP d’esordio) affinano ancor più le armi della propria marcissima poetica, fatta in egual misura di richiami letterari alti (riconoscono loro stessi alcuni debiti nella scrittura dei testi con gente come Cesare Pavese, Giuseppe Genna e Pier Paolo Pasolini) quanto di deviazioni allucinate di avant blues, ingerenze noise (qui la mano del produttore Xabier Iriondo si sente) e andamento slow core.

Disco che si nutre di ampi spazi e di silenzi rotti solo da chitarre dall’eco lontana che sembrano appena uscite da un romanzo di McCarthy (per citare un altro autore che i nostri hanno sicuramente letto ed apprezzato), “Frontiera” comunica un costante senso di minaccia, un viaggio dissonante e disturbato dentro e fuori i propri incubi, richiami onirici che sanno di gusto amaro in bocca, paesaggi bucolici che non hanno nulla di incantevole, rumori che trasmettono la fatica del lavoro di campare in mezzo a cose luride e malconce. Nella desolazione generale assistiamo a repentini squarci di violenza, come le bordate noise di “Corpo” o il martellare assassino degli strumenti che all’unisono squassano l’andamento drogato della title track.
Album dalla maturità sconcertante, con momenti di assoluta eccellenza come “Megattera”, brano dalla tensione quasi insostenibile, dove verso la fine appare tangibile la sensazione di essere accerchiati dai rumorismi industriali, dagli strumenti a catena di montaggio e dalla voce disperata di Barachetti che intona ossessivamente il mantra “mare”; o ancora, dal Fossati (citato nel testo) sotto Roipnol di “Cavalli”, blues desertico, allucinato e ancora ossessivo, perché l’ossessione è una delle chiavi per capire e relazionarsi con dischi come questo.

“Frontiera” è lavoro indispensabile per chi dalla musica cerca qualcosa di più. Consigliato.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=blE-DblwVXw[/youtube]

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni