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Il Venerdì

Il Venerdì Di ImpattoSonoro #37: Galli, Galline, Barbapapà e Le Sexy Tifose Del Paraguay

Si ciba, e continuerà a cibarsi questa ruspante rubrica dedicata fondamentalmente al nulla. Perchè dopo una settimana e più di fatica, abbiamo bisogno di oziare, parlare di cose di cui parleremmo in un qualsiasi bar sport globale, o seduti su una panchina tra una trentina d’anni, ma più probabilmente anche prima. Oggi si parla di Galli, Barbapapà e Tette.

A cura di Vincenzo Lombino.

Animale musicofero e musicofilo della fauna editoriale italiana, l’Impatto Sonoro con l’arrivo dell’estate va in calore e si innamora perdutamente del primo animale musicante che gli capita sottomano.
Questo venerdì, in preda all’eccitazione più istintiva e genuina, lo sguardo dell’Impatto Sonoro ha incrociato quasi casualmente quello di uno splendido esemplare di Barbagallo, talmente bello e affascinante da corteggiarlo spassionatamente fin da subito, cuore in mano, e donargli 5 euro carichi d’amore e ammirazione già dalla seconda traccia. Amore a prima vista, passione a primo ascolto.

“Quarter Century”, l’album di Carlo Barbagallo (Albanopower) è passato quasi inosservato alla critica musicale, una delle poche webzine a parlarne è stata SentireAscoltare facendo riferimento alla coralità di quest’opera che raccoglie il meglio del meglio dell’underground italiano: Albanopower, Music For Eleven Instruments, Suzanne’Silver, Les Dix-Huit Secondes, Enablers, Tellaro, Wisdom Teeth, Diane And The Shell, Skrunch, Camera 237, Captain Quentin…tanti membri delle band più originali del nostro paese, unite da quel magnifico collante che è Carlo Barbagallo.
L’opera che ne esce fuori parte da certi lavori dei primi anni 70 (Wyatt? Soft Machine?), ma si attualizza con le pennellate violente di maestri del suono come: Giuseppe Schillaci, Lucia Urgese, Michele Alessi, Francesco Accardi, Dario Serra, Toti Valente, Mauro Felice e tanti altri.

E’ un lavoro forse a tratti vicino ad una compilation, per la varietà dei musicisti, ma è una compilation in cui ogni traccia sfocia perfettamente nella successiva e regala una stupefacente sensazione di completezza e coerenza.
Se fosse uscito per Sub Pop ora non saremmo qui a dovergli dedicare un Venerdì intero nell’amorevole speranza che qualcuno se ne accorga.

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