I Giant Sand (formatisi nel lontano 1982) sono fondamentalmente uno dei gruppi più rilevanti del composito mondo alternative rock a stelle e strisce. Il gruppo guidato da Howe Gelb (sentito di recente sullo spagnoleggiante “Alégrias”) ha cambiato pelle e sound molte volte, nella sua lunga carriera, e “Center Of The Universe” (originariamente pubblicato nel 1992) dava appunto il la a un nuovo ciclo stilistico, improntato a sperimentazioni elettriche di stampo noise rock.
Questa grande rivoluzione sonora avrà però la considerevole conseguenza della scissione dei membri storici Burns e Convertino, che formeranno poi i Calexico.
Riproporre un album così cruciale non significa solo festeggiare una ricorrenza cronologica, ma soprattutto rimarcarne l’importanza all’interno della propria discografia, sebbene negli anni duemila il progetto sia tornato a parlare un linguaggio più schiettamente acoustic root rock.
Un po’ come se i Giant Sand e Gelb volessero riappropriarsi di un pezzo della propria identità, del proprio passato, “Center Of The Universe” ripropone, rivede e corregge elementi eterogenei del mondo rock americano (fra le loro influenze sicuramente Bob Dylan elettrico, Johnny Cash, Hank Williams), che vanno dall’impatto psych dell’opener “Seeded (`Tween Bone And Bark)” allo spirito country di “Unwed and Well Sped”. In mezzo vi sono anche le aggressioni heavy di “Sonic Drive In” e le aperture vintage pop di “Milkshake Girl”, il tutto allineato in un continuum narrativo sensato e coerente dalla voce sicura (ma ai tempi ancora un po’ acerba) di Gelb e dal feedback della sua chitarra.
Questa bella riedizione (curata da Fire Records) include anche due bonus track (“Slip Slice Suite” e “Goin’ To New Mexico”) che portano la scaletta a quota 17 brani, per un album che tradisce subito la sua ispirazione fluviale e il mood erratico tipico della band dell’Arizona.
In conclusione un’ottima occasione di approfondimento per chi ancora non conoscesse l’album e/o la band in questione.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=lMC9sY7UqCs[/youtube]
I Giant Sand (formatisi nel lontano 1982) sono fondamentalmente uno dei gruppi più rilevanti del composito mondo alternative rock a stelle e strisce. Il gruppo guidato da Howe Gelb (sentito di recente sullo spagnoleggiante “Alégrias”) ha cambiato pelle e sound molte volte, nella sua lunga carriera, e “Center Of The Universe” (originariamente pubblicato nel 1992) dava appunto il la a un nuovo ciclo stilistico, improntato a sperimentazioni elettriche di stampo noise rock.
Questa grande rivoluzione sonora avrà però la considerevole conseguenza della scissione dei membri storici Burns e Convertino, che formeranno poi i Calexico.
Riproporre un album così cruciale non significa solo festeggiare una ricorrenza cronologica, ma soprattutto rimarcarne l’importanza all’interno della propria discografia, sebbene negli anni duemila il progetto sia tornato a parlare un linguaggio più schiettamente acoustic root rock.
Un po’ come se i Giant Sand e Gelb volessero riappropriarsi di un pezzo della propria identità, del proprio passato, “Center Of The Universe” ripropone, rivede e corregge elementi eterogenei del mondo rock americano (fra le loro influenze sicuramente Bob Dylan elettrico, Johnny Cash, Hank Williams), che vanno dall’impatto psych dell’opener “Seeded (`Tween Bone And Bark)” allo spirito country di “Unwed and Well Sped”. In mezzo vi sono anche le aggressioni heavy di “Sonic Drive In” e le aperture vintage pop di “Milkshake Girl”, il tutto allineato in un continuum narrativo sensato e coerente dalla voce sicura (ma ai tempi ancora un po’ acerba) di Gelb e dal feedback della sua chitarra.
Questa bella riedizione (curata da Fire Records) include anche due bonus track (“Slip Slice Suite” e “Goin’ To New Mexico”) che portano la scaletta a quota 17 brani, per un album che tradisce subito la sua ispirazione fluviale e il mood erratico tipico della band dell’Arizona.
In conclusione un’ottima occasione di approfondimento per chi ancora non conoscesse l’album e/o la band in questione.