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Bugo – Nuovi Rimedi Per La Miopia

2011 - Universal
pop/rock

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Più o meno un disco all’anno nella prima decade del nuovo millennio e Bugo, al secolo Cristian Bugatti, non ha faticato ad ergersi in alto, idolatrato e iconizzato a genio e cazzaro, sempre in bilico tra la periferia e il centro, tra l’alternativo e il mainstream, tra il fine cantautorato e il buffo delirio, tra la minimal-saggezza e il simpatico scazzo.

Per questo “Nuovi Rimedi Per La Miopia”, ottavo capitolo della carriera del Bugatti, ci sono voluti tre anni, un’eternità, un mare di preoccupazioni e apprensioni per noi ascoltatori, un oceano di esperienze per lui artista.
E di cose ne devono essere successe parecchie, tra amore, cinema e quant’altro, in nome di una crescita artistica e personale che dal 2000 ad oggi non si è mai fermata.
“Nuovi Rimedi Per La Miopia” segna sicuramente l’apice della maturazione artistica di Bugo, che abbandona la passione per i minimi termini e il divertissement sonico che contraddistingueva le sue più fortunate produzioni, per tuffarsi senza rimpianti in un pop raffinato e ben studiato, condito qui e là di folk (“I Miei Occhi Vedono”) od inserti elettronici talvolta sorprendenti (“Lamentazione nr 322”), talvolta grossolani ma funzionali (“E Ora Respiro”). Il tutto in un’atmosfera solida e convincente, capace di spazzare via gli scomodi riferimenti beckiani del passato e regalarci un artista consapevole del suo appeal finalmente globale, ma che sembra decisamente intenzionato a chiudere con i guizzi, le sorprese e le balzane delizie del passato.

Ma è tutto un nascondersi dietro arrangiamenti perfetti e curati che, stilisticamente parlando, disegnano probabilmente il disco più importante di un Bugo rimasto di contrasto senza idee, prevedibile e perfino pacchiano in alcuni degli episodi meno convincenti (“Mattino”, “Comunque Io Voglio Te”), maturo, raffinato ma senza scintille in tutti gli altri, come tutti gli altri, confondibile e alla lunga dimenticabile.

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