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Amelie Tritesse – Cazzo Ne Sapete Voi Del Rock’N’Roll

2011 - Interno 4 Records
read'n'rock

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Tracklist

1.Cazzo ne sapete voi del rock'n'roll
2.Le 2 Sofia
3.Oplà
4.Suddenly
5.Una ballata per Jeffrey Lee
6.At The Door
7.La sudarella
8.Liverpool Pub
9.Di nuovo
10.Biciclette

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Qui dentro si parla di me. E di te che stai leggendo, ne sono sicuro. Si parla di vinili e cassette, di provare a resistere anche se è sempre più dura, di silenzi imbarazzanti, di distanze, di giri in macchina con gli amici, di eroi giovanili che non si è mai cagato nessuno tranne te, di tic e sfilacciamenti emotivi, di lavatrici, di senso d’inadeguatezza, di precariato, di scrittori argentini che dovrebbero somigliare a Careca, di provincia, ancora di silenzi.

“Cazzo ne sapete voi del rock’n’roll” è imperfetto, a tratti si contraddice nel tentativo di coniugare la spregiudicata genuinità delle liriche con dei sottofondi gentilmente elettroacustici, ma è vero, tremendamente vero e sincero, e tale verità lo fa brillare di una luce di struggente splendore. È un disco importante, questo. Lo è perché ci parla del nostro quotidiano (chi vive in provincia saprà meglio cogliere determinate idiosincrasie tipiche di chi sta “ai confini dell’impero”) senza ruffianerie e snobismi intellettualistici, senza finte pose, ma con una prosa che alterna leggerezza e sarcasmo ad efferato e lucido cinismo – come nel caso della spietata descrizione di un precario statale in “Liverpool Pub”, o nel collasso emotivo che esplode ne “La sudarella” – merito senz’altro dell’ottima penna di Manuel Graziani, giornalista (sulle pagine di Rumore) e scrittore. Dicevamo della provincia: sempre presente, si stende col suo mantello opaco e vischioso su tutti i 10 pezzi dell’album e sulle 64 pagine del libro (già, questo è un cd-libro); è lei la vera protagonista del progetto, l’amata-odiata musa che ispira i quattro Amelie Tritesse nel costruirle attorno soffici tappeti folktronici (“Biciclette”), ballate pianistiche un pochino nostalgiche (“Una ballata per Jeffrey Lee”), rock’n’roll sempre acustici ma col pepe al culo (la title track). Quando non è Graziani a declamare i suoi racconti, è il canto di Paolo Marini a dare voce ai brani, come nelle sofferte trame che ammantano “At The Door” e “Suddenly”.

Disco consigliato, senza alcun dubbio.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=Rphy-RMvLyA[/youtube]

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