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M83 – Hurry Up, We’re Dreaming

2011 - Mute
dream/pop/rock

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Tracklist

CD1

Intro (ft Zola Jesus)
Midnight City
Reunion
Where The Boats Go
Wait
Raconte-Moi Une Histoire
Train To Pluton
Claudia Lewis
This Bright Flash
When Will You Come Home
Soon, My Friend
CD2

My Tears Are Becoming A Sea
New Map
OK Pal
Another Wave From You
Splendor
Year One, One UFO
Fountains
Steve McQueen
Echoes of Mine
Klaus I Love You
Outro

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Tempo ricco di soddisfazioni e di epicità, questo per il duo degli M83 (Nicolas Fromageau-Anthony Gonzalez). Dopo un eccellente e primigenio “Dead Cities, Red Seas & Lost Ghosts” che aveva consacrati i nostri alla critica indipendente, grazie alla loro brillante fusione di dream pop e shoegaze, li avevamo ritrovati con un “Saturdays=youth” che accennava ad un sentiero nuovo, propendente alla forma canzone, ad una forma più specificatamente pop. Eccoci di fronte ad un nuovo punto di arrivo che si mostra in controtendenza con il precedente.

Avvalorato da collaborazioni gustose quali: Beck, Zola Jesus per il primo brano “Intro”, e il bassista dei NIN, “Harry up, We’re Dreaming” si mostra imponente nei suoi due cd e più di venti composizioni. Una struttura complessa, che lascia da parte il semplice riferimento onirico e del riverbero degli esordi in favore di una costruzione più plastica e cinematografica.
Non sarebbe una cattiva idea identificare quest’opera come una colonna sonora mancata. Una colonna sonora che soffre la mancanza di un plusvalore, di un appiglio visuale, immaginifico che possa far sbocciare appieno le luci al neon e di tenue fiamma vacua che si intravedono comparire durante l’ascolto.
Un ascolto che non sarà abituale. Disperso com’è tra i vicoli glacialmente illuminati dalle insegne di locali notturni, club e abitazioni abbandonate dall’elettricità di una città ibernata in un’emotività oscura e mal compresa.

All’inizo del disco, dove il trittico Intro-Midnight City-Reunion viaggia a livelli di epicità corale, in una vocalità espansa e aperta in cui si preannuncia un ulteriore esplosione cromatica, ecco lo scivolare repentino nel cuore più intimista e vero del disco. Se “Midnight City” era un omaggio agli anni ’80 più sintetici e lirici, il filo Raconte-Moi une Histoire-Train to pluton-Claudia Lewis, è figlio degno del Peter Gabriel solista e più immaginifico, in un espediente fantascientifico giocoso e ironico verso nuovi spazi della mente.
Come nella testa di un epilettico, i passi successivi saranno l’improvvisa saturazione di “This Bright Flash” e la calma cosmica di “When Will You Come Home ?”.
Finisce il primo disco. Inseriamo il secondo, un momento di silenzio necessario ed organico all’inizio malinconico di “My tears are becoming a sea”, sanguinante nostalgia e che sarà esorcizzata alla fine, quando “Echoes of Mine” e la conclusiva “Outro” mortificheranno il ricordo dei sogni in un ambient che vede il raggiungimento del risveglio, dell’annullamento della coscienza onirica, tramite una vertigine sonica.

Parole retoriche e forse troppo astratte. Un errore in molti casi per una recensione… ma che in questo caso trovano perfetto correlamento. M83 ha cesellato un interessante organismo diurno, con il proprio metabolismo mentale. Peccato forse una struttura forse troppo prolissa, che poteva essere sintetizzata in punti che ostacolano il viaggio dell’ascoltatore.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=dX3k_QDnzHE[/youtube]

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