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David Lynch – Crazy Clown Time

2011 - Vital
ambient/electro/pop

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Tracklist

1.Pinky's dream
2.Good day today
3.So glad
4.Noah's ark
5.Football game
6.I know
7.Strange and unproductive thinking
8.The night the bell lightning
9.Stone's gone up
10.Crazy clown time
11.These are my friends
12.Speed roaster
13.Movin' on
14.She rise up

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Ammettiamolo, nessuno di noi conosce veramente David Lynch. Sì ok, Strade perdute, Twin Peaks, Mulholland Drive li abbiamo visti tutti e ci siamo innamorati subito del personaggio e del suo modo di fare cinema. Fondamentalmente perché l’unico modo di definire le sue trame, letteralmente incomprensibili, è additarle come capolavori della cinematografia moderna, ma a tirare le somme non sappiamo nemmeno di cosa si parla effettivamente in un film di Lynch.

A scombussolare ulteriormente le carte in tavola sul genio americano interviene questo Crazy clown time che è un po’ il “cambio di stagione” del nuovo Lynch e che rispolvera un nome che negli ultimi tempi (vedi Inland empire) aveva perso un po’ di “lucidità”. Questo Crazy clown time sembra essere la prova che il nostro regista preferito è un grandissimo divoratore di musica, uno stakanovista dell’MP3, perché a sentire ogni singola nota delle quattordici canzoni che compongono il lavoro si può ritrovare una somma di influenze tra le più disparate; dal rock al blues, dal pop all’ambient. Sembra quasi chiudersi in un caloroso “bacio con lingua” la luna di miele con il più quotato Angelo Badalamenti, fido compagno di Lynch nelle sue opere migliori e compositore dalle doti inumane. A leggere il copione, effettivamente, manca qualcosa. Quel qualcosa sono le immagini che di solito si nutrivano delle composizioni musicali e che partecipavano, in una equilibrata compensazione reciproca ed in maniera quasi invadente, nel trasformare ogni singola ed incomprensibile sequenza filmica del regista in un capolavoro. Per intenderci, se ad accompagnare quell’ideale passeggiata tra le pinete di Twin peaks ci fosse stato un brano di Boy George o dei fratelli Righeira e non il bu io sottofondo sintetico creato da Badalamenti il tutto sarebbe naufragato nella noia nel giro di un paio di puntate. Nello specifico, possiamo parlare di una veste che non sta poi così male addosso a Lynch e che produce ottimi episodi che tengono alto l’interesse per l’intero lavoro, ci sono i vivissimi ritmi danzerecci di Good day today, piuttosto scolastici (o come direbbero gli “espertoni”, “commerciali”) ma ben elaborati. I lenti rimescolamenti easy-blues di The night bell with lightning ed il suo naturale seguito condizionato dallo stridulo accompagnamento vocale della title-track, Crazy clown time. Lavorando su toni piuttosto rallentati si capisce quanto una visione “oscura” del mondo sia una prerogativa irrinunciabile in qualsiasi cosa prodotta da Lynch e la pista noir seguita da spennellate di Hammond qua e là di I know finisce per dare un senso compiuto al disco e a tutto quello che ad esso ruota attorno.

Non è il 1991, questo non è Twin Peaks, David Lynch non è propriamente il Brian Eno del ventunesimo secolo e più semplicemente, nel non riuscire a dare una spiegazione sensata all’ultimo nato in casa Lynch ci limitiamo a guardare e ad ascoltare esterrefatti inneggiando all’ennesimo capolavoro lynchiano!

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=2GXGc4EobS8[/youtube]

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